Alba pontina, il clan e i voti comprati: preliminare per quattro

Luigia Spinelli e Barbara Zuin
E' stata fissata per il 27 gennaio prossimo l'udienza preliminare per quattro persone coinvolte nell'inchiesta Alba Pontina' la cui posizione è stata...

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E' stata fissata per il 27 gennaio prossimo l'udienza preliminare per quattro persone coinvolte nell'inchiesta Alba Pontina' la cui posizione è stata stralciata ed ha seguito un percorso giudiziario parallelo: davanti al gup del Tribunale di Roma compariranno Roberto Bergamo, Angelo Morelli, Ismail El Ghayesh e Antonio Fusco Detto Marcello, per i quali i pubblici ministeri Barbara Zuin, Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro hanno chiesto il rinvio a giudizio.


Per quanto riguarda i primi tre imputati la vicenda che li vede coinvolti è quella della compravendita di voti in occasione delle elezioni amministrative di Latina del giugno 2016. In particolare a Roberto Bergamo, candidato nella lista denominata Latina Olim Palus 2032', una delle cinque che sostenevano la candidatura a sindaco di Orlando Tripodi l'attuale consigliere regionale che non è indagato viene contestato in concorso con Angelo Morelli detto Calo, di avere promesso «ad un numero imprecisato di elettori il compenso di 30 euro per ciascun voto per far conseguire un vantaggio elettorale a favore del primo». A Ismail El Ghayesh e Gianfranco Mastracci (che non compare in questo procedimento essendo già stato condannato in primo grado) i magistrati della Procura Antimafia contestano invece di avere venduto della droga ad un ragazzo e poi, vantando nei suoi confronti un debito di 1500 euro, di essersi recati a casa sua intimidendolo pesantemente e minacciandolo: «Se entro 10 giorni non mi porti i soldi ti spezzo le gambe con la mazza e ti porto a refertare», prospettando alla vittima «che dalle lesioni procurategli sarebbe stato ricavato l'importo corrispondente al debito mediante una falsa richiesta di risarcimento per un sinistro simulato».
Successivamente i due hanno minacciato la persona che aveva un debito con loro «per costringerlo a votare a favore del candidato sindaco Tripodi si legge ancora nell'ordinanza con preferenza espressa a favore di Roberto Bergamo nelle elezioni per il Consiglio comunale. I due si presentavano a casa sua e gli ordinavano perentoriamente di votare per detti candidati successivamente costringendolo a farsi accompagnare al seggio elettorale 36 e a farsi consegnare la scheda elettorale per il riscontro sul voto al candidato».
Per quanto riguarda invece Antonio Fusco detto Marcello, avrebbe assunto il ruolo di mediatore nell'estorsione messa in atto dai Di Silvio ai danni del ristoratore Malfetta, episodio che aveva già fatto finire in carcere i figli di Armando Di Silvio nel 2016. Fusco sarebbe intervenuto a favore della vittima dell'estorsione e avrebbe anche aiutato i componenti del clan di Campo Boario ad evitare un primo arresto facendo loro una soffiata in difesa del ristoratore e avrebbe aiutato i rom a evitare in un primo momento l'arresto con una soffiata.
Nell'udienza del 27 gennaio il gup di Roma sarà chiamato a decidere sul rinvio a giudizio dei quattro imputati. Per quanto riguarda Fusco i suoi difensori, gli avvocati Luca Giudetti e Stefano Iucci, hanno chiesto il giudizio abbreviato condizionato all'audizione della vittima dell'estorsione, istanza sulla quale il giudice si è riservato. La decisione sarà resa nota in udienza.

Elena Ganelli
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Il Messaggero