Andarse solo perché lo chiedono i sindaci ha il sapore di «una evidente azione punitiva di carattere esclusivamente politico». ...
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Perché la società funziona e lui, Giuseppe Addessi, presidente di Acqualatina, se ne andrebbe anche, ma ricorda: «Sono stato io, per primo, circa una settimana fa, a proporre di rassegnare le mie dimissioni, nel caso in cui l’ipotesi di ripubblicizzazione della Società – da attuarsi attraverso la proposta di acquisto delle azioni del socio privato, Veolia – fosse stata oggettivamente e concretamente perseguita attraverso la formalizzazione di atti puntuali, sostanziali e tangibili che avessero, di conseguenza, reso reale, credibile ed attendibile agli occhi della venditrice» .
Nel caso si fosse andati in quella direzione Addessi era - ed è - pronto a farsi da parte «anche al di là dei positivi risultati gestionali raggiunti» anzi «sarebbe assolutamente giusto, legittimo e doveroso, dimettermi per favorire la formazione di una nuova governance, interamente pubblica, della società». Di quegli atti, però, non c’è traccia. Motivo? «Al di là di scontati e propagandistici proclami e mere dichiarazioni di principio, la maggior parte dei sindaci presenti, non ha inteso produrli».
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