A Roccasecca le ceneri del soldato ucciso a Kabul

A Roccasecca le ceneri del soldato ucciso a Kabul
Le ceneri del soldato Giorgio Langella, ucciso in Afghanistan nel 2006, riposeranno al cimitero di Roccasecca dei Volsci. La salma del caporal maggiore degli Alpini, vittima di un...

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Le ceneri del soldato Giorgio Langella, ucciso in Afghanistan nel 2006, riposeranno al cimitero di Roccasecca dei Volsci. La salma del caporal maggiore degli Alpini, vittima di un attentato il 26 settembre di 16 anni fa a Kabul, è stata prelevata ieri dal cimitero di Boves in provincia di Cuneo per la cremazione e il successivo trasferimento in provincia di Latina, dove vive la moglie Franca, che aveva sposato un anno prima di trovare la morte durante quella che doveva essere a tutti gli effetti una missione di pace.


Langella apparteneva allaventunesima compagnia del secondo reggimento alpini di Cuneo e operava in Afghanistan inquadrato nel Battle Group 3: aveva appena 31 anni quando rimase coinvolto in un attentato nel quale perse la vita un altro commilitone mentre un terzo rimase gravemente ferito. Quelle morti provocarono uno scossone politico nel governo, con l'allora ministro degli esteri Massimo D'Alema costretto a difendere la missione con la Nato.
«Per noi è un momento emozionante racconta la sindaca di Roccasecca dei Volsci Barbara Petroni e raccolgo l'emozione della moglie e di quanto hanno voluto bene a Giorgio. Per la nostra comunità è un onore accogliere le sue ceneri, anche se non sappiamo se resteranno a lungo da noi. Sentirò la famiglia per conoscere le loro intenzioni, se la cerimonia sarà pubblica o privata. Saranno loro a decidere».
Anche al cimitero di Diano Marina in provincia di Imperia, città di origine del caporal maggiore, c'è una targa ricordo e ogni anno si svolge una cerimonia commemorativa per mantenere viva la memoria del soldato. Ora la decisione della vedova di traslare i resti nella tomba di famiglia a Roccasecca dei Volsci, dove la comunità vuole rendere omaggio a un eroe moderno che ha donato se stesso alla patria. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero