C'era una volta un ragazzo appassionato di mare e di pesci che conosceva la foce del Fosso Mascarello come le sue tasche. Ci andava a pesca. Ora quel ragazzo è...
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E non solo pesci d'acqua dolce, ma anche specie marine. «E non una, ma diverse malformazioni. La più impressionante era a carico del sistema scheletrico con la colonna bifida o con una struttura non più lineare ma con angolazioni acute. Con tumori ossei a carico delle vertebre e con uno sviluppo asimmetrico del corpo». Dei piccoli mostri marini. Ce li ha ancora in garage, nei barattoli sotto formalina. «Presentavano anche ulcerazioni tipiche nei soggetti esposti a sostanze inquinanti».
E se fosse colpa del cloruro di vinile? «Credo che sia importante studiare il fenomeno per il bene di questo territorio e a tutela della salute di tutti. Con l'università della Tuscia abbiamo effettuato indagini simili al Lago di Vico e alla centrale di Torrevaldaliga, sarebbe interessante poterlo fare anche a Latina. Oltre alla falda credo sia necessario studiare anche la concentrazione di inquinanti nei corsi d'acqua e alla foce con un approccio simultaneo chimico biologico così da individuare in modo più preciso i rischi ambientali e l'origine dell'inquinamento».
V.B.
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Il Messaggero