Chissà se quel temporeggiare, quell’amore per i tempi lunghi, quel «frattanto» - divenuto la cifra di un governo “salvo intese” - non possano...
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IL MOMENTO
Se non fosse che proprio quei quattro giorni di rinvii e di «frattanto» pesano nell’inchiesta della magistratura, scatenano l’indignazione delle famiglie della bergamasca che hanno perso i propri cari e preoccupano il presidente del Consiglio che per settimane si è opposto, tramite la Protezione Civile e l’Avvocatura dello Stato, alla desecretazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico. Sino a venerdì sera il parere dei tecnici era stato posto dal governo come base delle scelte assunte nel momento di massima esplosione della pandemia attraverso uno strumento, il dpcm, che ha limitato anche le libertà personali. Venerdì notte, al termine del consiglio dei ministri che ha varato “salvo intese” un decreto da 25 miliardi, si è venuto invece a sapere che fu Conte ad «assumersi sempre la responsabilità politica delle proprie decisioni» e che per queste ci sono voluti quattro interminabili giorni. Il presidente del Consiglio lo ha spiegato sostenendo di aver appreso solo il 5 marzo del verbale del Cts che chiedeva di chiudere i comuni di Alzano e Nembro e che il 7 fu lui a convincere il Cts che occorreva chiudere tutta la Lombardia. Quattro giorni di ritardo e poi il lockdown totale. Un intero Paese chiuso mentre il Cts suggeriva chiusure per zone. E invece, in nome di un principio di precauzione tutto da spiegare, si sbarra l’Italia. Una decisione che si trasforma in sentenza di condanna per tantissime imprese e lavoratori, specie del centrosud. «No a giochini sui verbali del Cts», ha chiesto il premier che viene difeso a stento dalla sua maggioranza con Iv che chiede commissione d’inchiesta e il Pd che s’interroga. Ora Conte, assumendo su di sé la responsabilità delle scelte, ancor più rischia di essere chiamato da chi indaga e lo ha già interrogato, a spiegare chi lo convinse o chi lo trattenne. Chi cercò di convincere che Alzano e Nembro erano come Codogno ora è chiaro. Meno chi indusse il governo a fermare i 250 poliziotti e carabinieri già dislocati dal Viminale in Val Seriana.
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IL VERBALE
Ai magistrati Conte ha spiegato di non aver ricevuto il 3 marzo il verbale del Cts, ma ne conosceva il contenuto anche se il protocollo di palazzo Chigi porta la data del 5.
Il Messaggero