Vittorio Boiocchi, ucciso storico capo ultrà dell'Inter in una sparatoria in strada a Milano. «Lo aspettavano sotto casa»

L'uomo - che ha trascorso in carcere 26 anni complessivi - è stato colpito da più colpi di arma da fuoco intorno alle 19.50

Milano, sparatoria in strada: ucciso Vittorio Boiocchi, pluripregiudicato e capo ultrà dell'Inter
Almeno tre colpi di pistola, quelli mortali al torace e al collo. Un’esecuzione. È morto così, ieri sera poco prima delle otto, Vittorio Boiocchi, 69...

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Almeno tre colpi di pistola, quelli mortali al torace e al collo. Un’esecuzione. È morto così, ieri sera poco prima delle otto, Vittorio Boiocchi, 69 anni, storico capo della curva nord dell’Inter. Il killer l’ha aspettato sotto casa, in via Fratelli Zanzottera, e Boiocchi non ha avuto scampo. Trasportato all’ospedale San Carlo, è morto poco dopo.

CARRIERA CRIMINALE

Con 26 anni di carcere alle spalle, il capo ultrà è stato in cella dal 1992 al 2018. Dieci condanne definitive per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, associazione a delinquere, porto e detenzione illegale di armi, rapina, sequestro di persona e furto. Nel 2019 era tornato sugli spalti di San Siro, riprendendo il controllo della curva nord interista e dettando le regole come faceva negli anni Ottanta quando era uno dei capi dei Boys San. Il ritorno non è stato facile e l’ha inaugurato prendendosi a botte con il portavoce del tifo organizzato nerazzurro Franchino Caravita. 

 

 

Quella notte Boiocchi ha un attacco di cuore, viene ricoverato e dal letto d’ospedale pubblica una foto insieme a Caravita, entrambi con il dito medio alzato. Il capo è tornato, ma due mesi dopo finisce ai domiciliari dopo una condanna a 3 anni e 2 mesi. L’ultimo arresto è del marzo 2021 per un tentativo di estorsione scoperto grazie alle intercettazioni della polizia, che svelavano gli affari attorno allo stadio Meazza. «Ho fatto avere il posto a due paninari e mi danno una somma a ogni partita», raccontava disinvolto Boiocchi.

È stato bloccato con il socio Paolo Cambedda mentre uscivano dall’ufficio di un imprenditore vittima di un’estorsione da due milioni di euro: erano su un’auto rubata dove nascondevano una pistola senza matricola, uno storditore elettrico, un grosso coltello da cucina, due manette e una finta pettorina della guardia di finanza. Il giudice ha stabilito per lui la sorveglianza speciale per 2 anni e 6 mesi, con obbligo di stare a due chilometri di distanza da San Siro. «La storia personale di Boiocchi - scriveva nel provvedimento - è contraddistinta dalla sistematica consumazione di gravi reati contro il patrimonio e la persona, in materia di traffico internazionale di stupefacenti, dalla coltivazione di forti legami con personaggi di spicco di Cosa Nostra e della mafia del Brenta. È incapace di imbastire un progetto di vita alternativo da una carriera deviata».

 

LA REAZIONE DEL TIFOSI

La notizia della morte di Boiocchi è arrivata allo Stadio di San Siro durante la partita con la Sampdoria. In curva nord sono stati smontati gli striscioni, compreso quello dedicato al protagonista del triplete Dejan Stankovic oggi allenatore a Genova, aboliti i cori e quando ha segnato De Vrij nessun boato, solo un applauso. Alla fine del primo tempo i Boys hanno abbandonato lo stadio lasciando vuoto il secondo anello.
 

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Il Messaggero