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«E pensare che mi avevano detto che l’Europa era il santuario dei diritti umani!»: ha perso proprio le staffe Vladimir Solovyev il 27 febbraio. Lo ha fatto in diretta, nella trasmissione che va in onda da anni su Rossiya 1 e che porta il suo nome, “Serata con Vladimir Solovyev”, che gli è anche valsa a suo tempo la medaglia di Vladimir Putin per «l’alto professionismo e l’obiettività».
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NEL MIRINO
In genere Solovyev, anchorman di fiducia del presidente russo, 58 anni, riserva la sua verve per additare ai telespettatori i «paesi nazisti» che meritano gli attacchi della Russia di Putin, come la Cecenia, la Georgia e adesso, naturalmente, l’Ucraina. Quella sera però aveva nel mirino il Consiglio europeo e l’Italia, colpevoli di essersi accaniti contro di lui, inserendolo nella lista dei cattivi soggetti a sanzioni (nel suo caso perché «propagandista numero 1 del regime di Putin») e di avergli in particolare sottratto l’uso delle bellissime residenze sul Lago di Como. Quale deve essere stato il suo disappunto quando gli è arrivata la notizia che ieri all’alba due delle tre residenze ormai chiuse con i sigilli, sono state anche vandalizzate. Una, la grande villa bianca con piscina fronte lago a Pianello del Lario, è stata cosparsa di vernice rosso sangue. Sui muri esterni le scritte “Solovyev killer” e “No war”, e poi litri di vernice nell’acqua della piscina, diventata completamente rossa.
Ancora più grave quanto accaduto all’altra proprietà, una villa a qualche chilometro più a sud, situata a mezza costa, in posizione panoramica a Loveno di Menaggio: un falò di copertoni adiacente alla recinzione.
TRASMISSIONI AGGRESSIVE
Le trasmissioni di Solovyev sono «aggressive, costruite per incitare all’odio», ha spiegato qualche giorno fa la storica francese Françoise Thom, esperta di Russia postcomunista: «Sono sempre gli stessi temi, un popolo viene demonizzato, adesso per esempio i fascisti ucraini, a volte anche con appelli al genocidio». È dal 2013 che Solovyev, cintura nera di karate e appassionato di gare automobilistiche, sostiene i separatisti del Donbass, che definisce degli «anti fascisti in lotta contro i fascisti di Kiev». Da quando è cominciata la guerra in Ucraina, sostiene che la Russia potrebbe non fermarsi e invadere, per esempio, la Moldavia e la Georgia, e magari fare anche danni mondiali: «Nessuna sanzione ci può impedire di superare le frontiere dell’Ucraina, e in ogni modo, perso per perso, niente ci impedisce di ridurre il mondo in cenere».
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