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Tutti parlano di Sicilia e Sardegna pronte a blindarsi, ma in realtà la prima Regione a disporre i tamponi molecolari (dunque controlli più rigorosi rispetto agli antigenici) è stato l'Abruzzo. Chi atterra all'aeroporto di Pescara e proviene da Malta, Spagna e Regno Unito deve sottoporsi al test, sulla base di una ordinanza firmata dal governatore Marco Marsilio. Proprio questo muro innalzato agli arrivi nello scalo abruzzese ha consentito di intercettare i due positivi sul volo Londra-Pescara (tutti gli altri passeggeri dovranno mettersi in quarantena per cinque giorni, ma questo è già previsto per chi arriva dal Regno Unito sulla base delle norme in vigore in Italia) e i 9 contagiati sul volo Malta-Pescara (in totale settanta passeggeri in quarantena).
Anche la Sicilia controlla con i test chi atterra negli scali regionali e proviene da Spagna, Portogallo e Malta, mentre in Sardegna ieri si parlava con insistenza di una ordinanza in preparazione da parte del governatore Christian Solinas. Dopo l'esperienza di un anno fa, quando la Costa Smeralda divenne un grande focolaio (ma secondo le autorità sanitarie sarde il fiammifero era stato portato da chi arrivava dal resto d'Italia dopo essere stato in vacanza a Ibiza, in Grecia e in Croazia) ora c'è la necessità di evitare una replica. E addirittura è al vaglio anche la possibilità di eseguire i test antigenici a chi proviene dal resto d'Italia, un po' come faceva, a parti invertite, in agosto e settembre il Lazio che controllava chi tornava, in aereo o in traghetto, dalla Sardegna. Ma dal punto di vista pratico si rischierebbe di paralizzare gli arrivi, proprio in un'estate in cui le strutture turistiche sarde si avviano al tutto esaurito.
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«Si rende conto? - spiegava ieri un operatore sanitario da Cagliari - Organizzare i test antigenici per tutti i passeggeri gli otto traghetti che arrivano ogni giorno è complicato.
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Il Messaggero