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Personale, organizzazione, punti di somministrazione, strategia: ecco cosa manca alla campagna di vaccinazione, ecco perché la maggioranza delle dosi ricevute (il 77 per cento) sono ancora chiuse nelle celle frigorifere, quando sarebbe urgente sfruttare ogni minuto per aumentare il numero di italiani immunizzati. «Verifichiamo l'insufficienza e la poca chiarezza sul piano vaccinale» ha ripetuto la ministra Teresa Bellanova (Italia Viva). La preoccupazione serpeggiava anche nel vertice con Conte, a cui hanno partecipato i capigruppo di maggioranza, il ministro Boccia e rappresentanti del Cts. La partenza troppo lenta, determinata anche dall'immobilismo di alcune Regioni (la Lombardia ha usato il 3,7 per cento dei vaccini inviati da Pfizer e l'assessore Gallera si è giustificato spiegando ci sono stati i giorni festivi e il personale è in ferie), sta agitando anche il governo. Certo, vi sono anche Regioni come il Lazio quasi al 50 per cento, ma non è possibile che si vada in ordine sparso. Si possono chiedere altri sacrifici agli italiani, con regole più rigide e nuove chiusure, ma è necessario anche garantire una campagna vaccinale rapida, che ci aiuterà a ridurre l'impatto dell'epidemia. Dal 27 dicembre a ieri sono state somministrate 109.454 dosi. Ricordiamo i numeri: il 27 dicembre ne sono state consegnate 9.750, tra il 30 e il 31 altre 469.950. In sintesi: la campagna di vaccinazione più importante della storia della Repubblica è partita con il freno a mano e al 3 gennaio appena un quarto delle dosi inviate sono state inoculate. In altri termini: non ha senso parlare di carenza dei vaccini, aspettare con ansia l'approvazione da parte di Ema del prodotto di Moderna prevista per mercoledì e di quello di AstraZeneca, che non arriverà prima della fine del mese. Se siamo così lontano dall'usare quelle disponibili, serve a poco anche il fatto che in queste ore arriveranno altre 470mila dosi. In estrema sintesi: Pfizer sta inviando i vaccini, noi non li usiamo.
Vaccino, campagna troppo lenta. Galli: «Il virus corre, medici e infermieri sono allo stremo»
Ragioni
Perché? Alcune regioni aspetteranno la fine del periodo festivo, con la giustificazione che il personale è in ferie. Non è esattamente lo scenario che ti aspetti in un Paese che ha in media 500 morti al giorno per Covid. Il personale di rinforzo che doveva essere assunto - 15mila tra medici e infermieri - non c'è, perché la procedura del bando non è conclusa. Anche i famosi centri per la vaccinazione, che dovevano essere 1.500 in tutta Italia, esistono solo sulla carta, se ne parlerà nella fase 2. E le Regioni sono facilitate nell'avvio della campagna vaccinale perché si devono raggiungere gruppi di persone molto circoscritti, come i medici e gli infermieri degli ospedali o gli ospiti delle Rsa. Cosa succederà quando dovranno essere convocati i cittadini uno per uno? Intanto, il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, oggi presiederà il Comitato Nazionale dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica, convocato «per un esame delle questioni di sicurezza ed ordine pubblico attinenti l'attuazione della campagna di distribuzione delle dosi vaccinali». Non c'è solo l'esempio Israele, che ha già vaccinato più del 10 per cento della popolazione.
Il Regno Unito è a un milione di iniezioni, la Germania, partita in contemporanea con l'Italia, a 285mila. Il commissario Domenico Arcuri fa notare che comunque il nostro Paese è il secondo nell'Unione europea per numero di vaccinati, ma se l'andamento resta quello di questi giorni prima di raggiungere un numero consistente di italiani bisognerà attendere il 2022.
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Il Messaggero