L'esame autoptico sulla salma di Simon Gautier ha chiarito definitivamente le cause del decesso del turista francese: il 27enne è morto in seguito ad uno choc...
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Turista morto, il 118: «Italia in ritardo, con la geolocalizzazione poteva essere salvato»
L'evento emorragico avrebbe avuto origine dalla gamba sinistra che presentava evidenti rotture dei principali vasi sanguigni. Il turista, dal momento della caduta, sarebbe rimasto in vita al massimo per 45 minuti prima di morire per dissanguamento. Presenti all'autopsia, tra gli altri, il procuratore di Vallo della Lucania, Antonio Ricci, il legale della famiglia Gautier, Maurizio Sica, e il capitano dei carabinieri, Matteo Calcagnile.
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La procura, a coordinare le indagini sono il procuratore Antonio Ricci, ed il sostituto procuratore, Luigi Spedalieri, in queste ore sta acquisendo gli elementi utili al fine di appurare eventuali responsabilità sulle modalità di gestione di tutte le attività di soccorso. I magistrati hanno acquisito agli atti anche la mappa del percorso escursionistico tracciata a mano da Simon Gautier prima di intraprendere la sua avventura escursionistica che prevedeva un percorso con partenza dal Golfo di Policastro ed arrivo a Napoli. «La mappa tracciata da Simon Gautier è agli atti», ha detto Ricci al GR1 Rai.
Turista morto, il 118: «Italia in ritardo, con la geolocalizzazione poteva essere salvato»
La magistratura ha, inoltre, acquisito diversa documentazione presso la centrale del 118 della Basilicata, al fine di ricostruire dettagliatamente la telefonata da parte di Gautier in cui chiedeva aiuto, la mattina del 9 agosto scorso, subito dopo essere precipitato nel dirupo. Intanto dopo la morte del turista francese nelle ultime ore si è avuto un incremento di download di «Where are U», l'app salvavita che localizza ed invia la posizione al numero unico 112 in caso di soccorso. E sulla vicenda interviene anche l'Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano precisando: «Si è parlato di sentieri del Parco, senza nemmeno sapere che in quell'area non esiste alcun sentiero del Parco, ignorando totalmente che l'Ente non è proprietario di alcun sentiero, sicché non ha alcuna competenza per la manutenzione o la segnaletica». Poi i rappresentanti dell'Ente aggiungono: «Voler addebitare a qualcuno la morte di un giovane, che per sfortuna e imprudenza è andato incontro ad un destino crudele, è decisamente vergognoso». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero