Vino, articoli di informatica, buoni carburante: migliaia i truffati sul web, quattro arresti

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Vino pregiato, articoli di informatica, buoni carburante. Un bazar sul web a prezzi stracciati, pubblicizzato anche su radio e televisioni nazionali. Condizioni per aver accesso all'affare: non fare acquisti inferiori a mille euro; versarne la metà all'atto dell'ordinazione e il resto al momento della consegna. Ci sono cascati in migliaia, attirati dalle vantaggiose proposte di e-commerce che, però, non hanno mai ricevuto la merce e alcune centinaia di loro hanno sporto denunce dalle quali è nata l'inchiesta dei militari della Guardia di Finanza di Cremona che ha portato all'arresto di quattro persone per associazione a delinquere finalizzata alle truffe online, frode fiscale, bancarotta fraudolenta e riciclaggio. I militari hanno anche sequestrato beni per un milione e mezzo di euro nell'ambito dell'operazione chiamata Doppio Click. In carcere si trovano ora Marco Melega, imprenditore cremonese ritenuto il perno su cui girava la truffa, il suo braccio operativo, Cristiano Visigalli, Luca Vitiello, professionista milanese che ci occupava degli aspetti economici e di ripulire il denaro.


Ai domiciliari è stata posta Gabriella Albricci, che fungeva da prestanome come intestataria di una girandola di società. I militari, guidati dal comandante provinciale di Cremona, Cesare Marangoni e coordinati dal pm Milda Milli, hanno ricostruito il meccanismo della truffa: le vendite erano riservate a titolari di partita Iva e il pagamento doveva avvenire con due distinti bonifici. La merce non arrivava mai anche perché le società non l'avevano. Le somme ricevute sui conti correnti delle società erano trasferite ad altre simulando operazioni mai effettuate e quindi erano incassate sotto forma di stipendi, pagamenti di consulenti, restituzioni di finanziamenti soci, anticipazioni di utili, tutti a favore degli organizzatori dell'associazione. Le società erano infine messe in liquidazione. Settecentomila euro le somme certamente ricevute dagli indagati ma l'analisi della documentazione bancarie fa prevedere che il loro ammontare sia almeno il triplo Nell'ambito dell'operazione, che ha visto impegnati circa 150 finanzieri, sono state eseguite oltre 30 perquisizioni nelle province di Torino, Brescia, Milano, Piacenza, Genova, Mantova, Parma e Verona.
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Il Messaggero