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Ai domiciliari è stata posta Gabriella Albricci, che fungeva da prestanome come intestataria di una girandola di società. I militari, guidati dal comandante provinciale di Cremona, Cesare Marangoni e coordinati dal pm Milda Milli, hanno ricostruito il meccanismo della truffa: le vendite erano riservate a titolari di partita Iva e il pagamento doveva avvenire con due distinti bonifici. La merce non arrivava mai anche perché le società non l'avevano. Le somme ricevute sui conti correnti delle società erano trasferite ad altre simulando operazioni mai effettuate e quindi erano incassate sotto forma di stipendi, pagamenti di consulenti, restituzioni di finanziamenti soci, anticipazioni di utili, tutti a favore degli organizzatori dell'associazione. Le società erano infine messe in liquidazione. Settecentomila euro le somme certamente ricevute dagli indagati ma l'analisi della documentazione bancarie fa prevedere che il loro ammontare sia almeno il triplo Nell'ambito dell'operazione, che ha visto impegnati circa 150 finanzieri, sono state eseguite oltre 30 perquisizioni nelle province di Torino, Brescia, Milano, Piacenza, Genova, Mantova, Parma e Verona.
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Il Messaggero