Milano, arrestato comandante dei vigili di Trezzano: aveva fatto mettere la cocaina nell'auto di una collega per vendetta

Milano, arrestato comandante dei vigili di Treanno: aveva fatto mettere la cocaina nell'auto di una collega per vendetta
Una vendetta tra colleghi. Un piatto freddo servito dopo un insuccesso lavorativo che lui, Salvatore Furci, 43 anni, l'ormai ex comandante dei vigili di Trezzano, aveva...

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Una vendetta tra colleghi. Un piatto freddo servito dopo un insuccesso lavorativo che lui, Salvatore Furci, 43 anni, l'ormai ex comandante dei vigili di Trezzano, aveva attribuito alla collega Lia Vismara, 31 anni. Una vendetta che è un reato e ha portato Furci in carcere.

Ecco la storia: dopo aver vinto il concorso di ufficiale al Comando di Polizia locale del Comune di Corbetta (Milano) nel 2018 non aveva superato il periodo di prova anche per il parere negativo del comandante Lia Vismara ed era tornato a fare l'agente nella polizia di Milano. Per vendetta quindi avrebbe fatto mettere a gennaio, tramite un complice, nell'auto del comandante dei vigili di Corbetta, alcune dosi di cocaina.

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Per questo motivo è stato arrestato oggi all'alba dalla polizia di Stato, Salvatore Furci, ora comandante della Polizia Locale di Trezzano sul Naviglio (Milano). Con lui in manette è finito un albanese, Mariglen Memushim, ritenuto l'uomo che ha messo la droga nella macchina e che aveva fatto la soffiata ai carabinieri. Le accuse per tutti e due sono di calunnia aggravata e detenzione di stupefacenti.

Esulta il sindaco di Corbetta Marco Ballarini che aveva difeso la comandante Vismara. La numero uno dei vigili si era sempre proclamata innocente.

Il blitz che la incastrò era stato ben architettato. I carabinieri fermarono Vismara e andarono a colpo sicuro, proprio grazie alla telefonata (anonima) di Memushim che aveva spoilerato loro la notizia clamorosa: «Ho venduto droga alla comandante che l'ha nascosta in macchina». Al momento della perquisizione i carabinieri controllano subito il sedile del conducente e, sotto, trovano effettivamente delle dosi di cocaina: cinque palline, tre grammi. Non controllano nient'altro.

 

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Il Messaggero