Parlano i testimoni del deragliamento del Frecciarossa. «Siamo stati fortunati, miracolati, sembrava di stare sulle montagne russe». Sono le prime parole di Chiara, 30...
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«Io e miei colleghi di lavoro ci trovavamo nella carrozza numero tre, quella dove si trova il bar. Abbiamo sentito un grosso botto, le luci che si spegnevano e il treno che ha cominciato a vibrare. Sono scoppiati tutti i finestrini. La mia collega è stata sbalzata all'interno del bagnetto di servizio e io mi sono riparata la testa sotto la vetrina finché il treno non si è fermato». È la testimonianza di Micaela, 24 anni di Domodossola, addetta al bar del Frecciarossa deragliato questa mattina nel lodigiano. Raggiunta telefonicamente, la ragazza, impiegata da due anni sulla stessa tratta, che ha riportato delle lievi contusioni ed è stata dimessa dal pronto soccorso di Codogno, ha raccontato che «il treno si è fermato dopo un bel po', sono passati almeno due o tre minuti. Quando siamo scesi è stato abbastanza traumatico, perché abbiamo subito pensato al nostro collega delle ristorazione, che si trova nella carrozza numero uno attaccata alla motrice sbalzata fuori dai binari. Abbiamo pensato al peggio. Lui lo abbiamo trovato. Chi si trovava alla guida invece non ce l'ha fatta».
«Poteva essere una carneficina», ha detto il prefetto di Lodi Marcello Cardona. E ad evitare un bilancio molto più grave è stato il fatto che il convoglio fosse praticamente vuoto: a quanto si è appreso, sulla prima carrozza c'era un solo passeggero e nella seconda e nella terza ce n'erano pochissimi.
A bordo del vagone, dove si trovava con altri due passeggeri, Chiara ha raccontato che «non ci sono state scene di panico, siamo rimasti tutti molto composti. Io stavo dormendo. C'è stato un botto poi il treno si è mosso molto e ci siamo fermati, poi diversi sballottamenti. Mi sono svegliata, sono cadute le valigie dalle cappelliere ma io sono rimasta aggrappata al mio posto con tutte le mie forze. Non abbiamo capito subito cosa stava succedendo, sembrava di stare sulle montagne russe, saranno stati 40 secondi ma sono sembrati 10 minuti». La giovane psicologa, che ha detto di occuparsi di sicurezza nei luoghi di lavoro e questa mattina era diretta ad Arezzo per lavoro, ha poi aggiunto: «Il terrore è arrivato dopo qualche ora, all'inizio era solo adrenalina. Il convoglio ha fatto un salto, poi la locomotiva si è staccata ed è andata dall'altra parte rispetto al senso di marcia. Abbiamo spaccato il vetro ma poi siamo scesi dalla porta. Solo allora ci siamo accorti che la testa del treno si era staccata ed era dall'altra parte della casetta. Abbiamo pensato siamo stati fortunati, miracolati. Nel mio vagone eravamo in tre e stiamo tutti bene. Adesso voglio solo tornare a casa». Nel frattempo al pronto soccorso dell'ospedale maggiore di Lodi è arrivata la sorella dell'addetto alle pulizie di origini peruviane che si trova ancora in osservazione con una frattura alla gamba.
Il Messaggero