A Milano, stazione Rogoredo, si era appena affacciata l'alba, alle 5.30. In stazione, in attesa del treno 9903 di Italo, direzione Napoli, solo facce assonnate, troppo anche...
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Le porte suonano e si chiudono dopo pochi secondi: si riparte da Santa Maria Novella in direzione Roma. Ma l'esultanza dura pochi minuti: il treno si ferma nuovamente a Firenze Campo di Marte. L'annuncio continua a ripetere sempre la stessa frase, ma stavolta aggiunge: «Per ragioni di sicurezza è assolutamente vietato aprire le porte di salita e discesa. Ci scusiamo per il disagio, grazie per la comprensione», il tutto anche in inglese. A Firenze Campo di Marte il treno resta fermo per due ore. I forzati della sigaretta chiedono al personale di bordo di aprire le porte, e alla fine queste si aprono. «Io sono salita a Firenze - spiega Silvia, in viaggio verso Roma - sul tabellone si parlava di un ritardo di trenta minuti, e invece siamo qui da oltre due ore. E scopro, solo ora che le porte sono chiuse, a poche centinaia di metri da dove sono salita, che se rinuncio a viaggiare mi viene rimborsato il 100% del costo del biglietto».
Quando si aprono le porte, Silvia e la sua collega non spengono nemmeno il pc e si precipitano giù dal treno: «Tanto ormai gli appuntamenti che avevamo a Roma sono saltati. Almeno ci rimborseranno il biglietto. Magra consolazione». Il personale del treno passa e comunica che per i passeggeri sono a disposizione bottigliette di acqua. I distributori automatici di snack e bevande sono stati presi d'assalto e sono quasi vuoti. Il treno riparte, stavolta l'ottimismo lascia il posto alle dita incrociate: «Speriamo non si fermi di nuovo tra pochi metri». E invece no, il 9903 procede dritto fino a Roma Termini impiegandoci anche trenta minuti in meno del previsto su quella tratta. I passeggeri scendono con tre ore di ritardo e sembra la scena di Armageddon al rallentatore. I sopravvissuti fortunati incrociano gli sguardi di chi ancora sul treno non ci è salito. «Buona fortuna», azzarda qualcuno, facendosi largo tra chi ormai è seduto a terra sconsolato e chi è in fila per chiedere spiegazioni. I più ottimisti guardano il tabellone come se ammirassero la luna.
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Il Messaggero