Padova, Lorenzo muore a 16 anni dopo il quarto trapianto di fegato: era nato con una malformazione

Nonostante la dura convivenza con i problemi fisici il sorriso non mancava a Lorenzo Pinizzotto
PADOVA - Lorenzo Pinizzotto, studente padovano di 16 anni, si è spento l’altra notte all’ospedale San Raffaele di Milano dopo il quarto trapianto di fegato. Un...

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PADOVA - Lorenzo Pinizzotto, studente padovano di 16 anni, si è spento l’altra notte all’ospedale San Raffaele di Milano dopo il quarto trapianto di fegato. Un guerriero, condannato a morte prematura perchè nato con una malformazione alle vie biliari. Figlio unico di Arianna Zuin e Francesco Pinizzotto, ha affrontato la sua terribile malattia con il sorriso sulle labbra e affiancato dalla mamma, pure lei colpita da una grave patologia. 


È guarita da una miastenia e dalla leucemia grazie al trapianto di modello donato dalla sorella. Un’operazione a cui è andata incontro quando Lorenzo, a soli dieci mesi, è stato sottoposto al primo trapianto di fegato. 

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IL RICORDO
«Se ne è andato dolcemente e la sua morte ha infranto il cuore a tutti quelli che lo hanno conosciuto e amato, ma Lorenzo ci ha lasciato un grande dono: ha unito le persone di ogni fede e anche gli atei» ha dichiarato in lacrime mamma Arianna. 
Quella di Lorenzo è una storia straziante, di un ragazzo combattivo e dall’animo nobile. «Lorenzo è nato con una malformazione alle vie biliari che hanno portato il fegato alla cirrosi, in pratica una sentenza di morte, ma abbiamo sempre lottato. Ha subito 2 trapianti all’ospedale di Palermo perchè a Padova non era possibile eseguire quell’intervento - ha proseguito mamma Arianna - ha vissuto la sua vita intensamente e sempre col sorriso, non l’ho mai visto col broncio aveva frequentato la prima dell’istituto agrario. Aveva una insegnante di sostegno perchè il primo trapianto aveva lasciato il segno. Lorenzo era in difficoltà col pensiero astratto ad esempio in matematica. Ma aveva sviluppato altri aspetti dell’intelligenza quella emotiva, capiva al volo lo stato d’animo delle persone».
La vita di Lorenzo, nonostante tutto, era normale: amici, sport, vacanze e allegria. «Ha provato diversi sport anche se non gli ho mai permesso di giocare a calcio, era la sua passione ma se per un incidente avesse subito danni alla milza sarebbe morto subito» ha ricordato la mamma.


IL CALVARIO
Nel 2017 un’emergenza, la corsa in ospedale e la sentenza di morte dei medici. Ma Lorenzo era un leone, attaccato con tutte le sue forze alla vita, ce l’aveva fatta ed era entrato in lista per un trapianto: il terzo.
«L’intervento è arrivato il 3 settembre scorso al San Raffaele e Lorenzo ancora una volta si era rialzato, il corpo umano ha insospettabili e inspiegabili doti di resilienza - ha continuato la madre - il fegato nuovo però non lavorava o meglio era troppo efficiente per l’apparato circolatorio di mio figlio. Lo abbiamo pianto come morto poi i medici hanno pensato ad un quarto tentativo, ma serviva un altro fegato entro 12 ore. A quel punto abbiamo detto basta, ma tutti gli altri organi erano sani. È stato ricoverato in terapia intensiva e invece che 12 ore ha resisto senza fegato alcuni giorni poi un nuovo fegato è arrivato. Sembrava un segno ed è tornato in sala operatoria il 13 settembre, Lorenzo ce l’aveva fatta di nuovo».


Il corpo del ragazzo però ad un mese circa dall’intervento questa volta ha ceduto e per Lorenzo non c’è stato nulla da fare giovedì in serata il suo cuore ha cessato di battere. «Gli dicevo sempre tu sei un guerriero del Signore ma sbagliavo, era un condottiero che ha portato persone da tutto il mondo a pregare per lui - ha terminato la mamma - Sono esperienze che ti portano alla consapevolezza delle scelta, il dolore è tanto forte ed il silenzio ti spacca i timpani, ma scegliendo l’amore si va avanti».

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Il Messaggero