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Uno sguardo ritenuto di troppo. Una richiesta di chiarimenti ben presto trasformatasi in rissa. E poi la comparsa di coltelli in un'area popolata di giostre, dove la domenica sera dovrebbero trovare spazio solo divertimento e spensieratezza. È il contesto nel quale è stato ammazzato, nella zona del quartiere Leopardi di Torre del Greco, Giovanni Guarino. Avrebbe compiuto 19 anni a maggio. Raggiunto da un fendente al cuore, è deceduto nonostante il trasporto in ospedale, dove non è stato possibile salvargli la vita. Accusati della sua morte sono due giovani di appena 15 anni le cui singole responsabilità vanno ancora chiarite del tutto. Per loro in serata è scattato il provvedimento di fermo di polizia. Ad incastrarli le macchie di sangue trovate sui loro vestiti.
Torre del Greco, giovane ucciso con una coltellata al cuore: rissa durante una festa
«Giovanni lavorava sodo e solo la domenica poteva svagarsi. Andava in quel lunapark per incontrare la ragazza con cui flirtava, insieme a Nunzio il suo amico di sempre. Quando vedeva le risse scappava, aveva paura della sua ombra. E, invece, per un nonnulla è stato ucciso, proprio nel giorno della domenica delle Palme. Con lui è morta tutta la famiglia, vogliamo giustizia». Luciano Garofalo - neo melodico, 21 anni, di Torre del Greco - è il cugino di Giovanni Guarino. E ricorda così Giovanni un "gigante buono" che aveva iniziato a lavorare in un ristorante della zona e avrebbe voluto diventare chef come il padre.
Non hanno la forza di parlare i nvece i genitori di Giovanni, il padre Antonio chef professionista, la madre Marianna Colantuono, commerciante in largo Santissimo e la sorella Rosa che ha una bimba di pochi mesi. Famiglia di commercianti da diverse generazioni, quella materna, nota in città per educazione e disponibilità. È il cugino Luciano, così, che con gli occhi pieni di lacrime ma senza odio, ricostruisce queste drammatiche ore. «Vorremmo indietro Giovanni - dice - ma non si può. Allora chiediamo che i colpevoli paghino. Io dico ai ragazzi di non farsi la guerra, di uscire per unirsi non per distruggersi. Lo stiamo vedendo, la guerra è morte».
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Il Messaggero