Torino, incendio nel palazzo: ipotesi delle fiamme provocate da scintille della saldatrice di un fabbro

Primi passi dell'inchiesta per il rogo che ieri ha devastato due condomini di un palazzo ottocentesco di Torino, in pieno centro città, rendendo inabitabili, o comunque...

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Primi passi dell'inchiesta per il rogo che ieri ha devastato due condomini di un palazzo ottocentesco di Torino, in pieno centro città, rendendo inabitabili, o comunque al momento inagibili, decine di appartamenti, mansarde ed attici. È stato formalmente aperto il fascicolo, le indagini sono state affidate al pm Alessandro Aghemo. Il reato ipotizzato è incendio colposo, ma al momento - ha precisato la Procura di Torino - non c'è alcun iscritto nel registro degli indagati.

L'ipotesi più accreditata è che l'incendio sia nato dalle scintille prodotte dalla saldatrice usata da un fabbro al lavoro in un attico. E proprio l'artigiano potrebbe essere il primo a essere ascoltato dai magistrati. Gli ultimi focolai dell'incendio, scoppiato alle 10 di ieri mattina, sono stati messi sotto controllo la scorsa notte. Ogni tanto dai ruderi del tetto è fuoriuscito ancora qualche filo di fumo, dalle braci non ancora completamente inattive e i vigili del fuoco hanno proseguito l'opera di bonifica e di sicurezza, cominciando a puntellare le parti pericolanti. 

 

 

Allo stesso tempo hanno avviato i rilievi, guidati dal nucleo Niat di attività investigative. I pompieri hanno anche scortato le prime persone che hanno potuto accedere alle loro abitazioni per prendere le cose più importanti. Ma molti appartamenti sono andati completamente distrutti e in altri è pericoloso, e quindi vietato, entrare. «Un disastro - dice Roberto Romagnoli, dentista, che vive all'ultimo piano di 'Palazzo Lagrangè - Per fortuna ieri ero fuori Torino, mi hanno avvisato. Abitavo qui da quattro anni, non pensavo finisse così. Non posso rientrare neanche a prendere i beni per la normale vita quotidiana. Ho perso una collezione di oggetti d'arte e di design, tutto in fumo».

Gli sfollati sono stati ospitati da amici e parenti, alcuni hanno trovato accoglienza gratuita in alberghi vicini ai palazzi bruciati. A Milano, nel frattempo, continua la catena di solidarietà per aiutare le persone rimaste senza casa dopo il gigantesco incendio che, domenica scorsa, ha inghiottito la Torre del Moro. Sono loro stessi a informare sulle nuove donazioni sulla pagina Instagram Aiutosubitoantonini che hanno istituito dopo il rogo. Sulle cause del disastro è intervento il sindaco Giuseppe Sala, partecipando all'inaugurazione della Casa dei volontari del Pd. «La procura sta verificando le cose ma al di là di stabilire le responsabilità, noi dobbiamo mettere dei regolamenti ancora più rigidi. Il fatto che si costruisca, se non si porta via verde, non è male ma bisogna costruire nel modo giusto», ha detto il primo cittadino di Milano. Paura per incendi nelle case anche a Trieste e a Busca (Cuneo). Nella città giuliana un rogo, divampato in un appartamento al piano terra di Via Silvio Negri 25, ha causato l'intossicazione di due persone e ha costretto all'evacuazione i condomini anche dei tre piani superiori. All'opera 15 pompieri. A Busca la scorsa notte è andata in fiamme una casa, nell'abitato cittadino. Ore di lavoro per quattro squadre dei vigili del fuoco.

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Il Messaggero