Tiziana Cantone, la madre: «Grazie agli Usa. Assurdo che in Italia non si faccia niente»

A tre anni dal suicidio di Tiziana Cantone, gli Stati Uniti avviano un'indagine sui suoi video ancora presenti in rete.  «Finalmente qualcosa si è mosso a...

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A tre anni dal suicidio di Tiziana Cantone, gli Stati Uniti avviano un'indagine sui suoi video ancora presenti in rete.  «Finalmente qualcosa si è mosso a livello internazionale grazie alle leggi che ci sono negli Usa». Così Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, commenta all'Adnkronos l'apertura dell'indagine sulla presenza online dei video a sfondo sessuale che ritraggono sua figlia. «A tre anni dalla sua morte - spiega - è assurdo che in Italia nessuno faccia niente. Lo Stato non fa molto, hanno approvato la legge sul revenge porn che però è incompleta perché servono delle regole nuove, a cominciare da Facebook. Non possono più girarsi dall'altra parte dicendo che non hanno un obbligo di controllo preventivo».


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«Anche io spesso penso di farla finita come ha fatto Tiziana perché da tre anni non cambia niente. Sono delusa dai 5Stelle, nei quali credevo, ma qui in Italia i politici non fanno niente per cambiare la situazione e i giudici archiviano sempre. Solo grazie ad un team statunitense di investigatori informatici sto riacquistando un po' di speranza».
 
Maria Teresa Giglio si riferisce all'indagine nata negli Usa che porterà finalmente alla cancellazione di tutti i video che ritraggono Tiziana Cantone. «Un giorno mi contatta l'avvocato Luciano Faraone dello Studio Bernardini De Pace di Roma - spiega Maria Teresa Giglio - dicendomi che c'è un team che si chiama Gruppo Emme, composto da hacker statunitensi e investigatori informatici che lavorano in modo legale e che occupandosi di copyright hanno scoperto per caso una miriade di siti pedopornografici in cui c'erano ancora i video di Tiziana».

«Si chiama 'Metodo M' - spiega ancora Maria Teresa Giglio - e questo team si occuperà di individuare sia i server che pubblicano questi video illegali, tra cui ce ne sono anche alcuni cinesi, sia di denunciare l'azienda che li nasconde, che ne garantisce l'anonimato ovvero fa in modo che i responsabili dei vari siti non vengano individuati. Ci vogliono leggi che valgono in tutti i Paesi e devono responsabilizzare questi colossi che non possono passarla liscia. Mia figlia è ancora in rete perché fa ancora guadagnare tanto. Io sono con i 5 stelle ma questo governo nemmeno si muove per quanto accaduto a Tiziana. Nessuno muove un dito aspettano che anche io mi tolga la vita».


La speranza della mamma di Tiziana Cantone, dunque, è che «grazie a questo team statunitense si farà in modo che si cancelleranno tutti i video esistenti in rete. «Due server stanno a Milano - precisa Maria Teresa Giglio - e la maggior parte sono italiani che guadagnano ancora con i video di mia figlia. La mia battaglia non si fermerà mai - conclude Maria Teresa Giglio - perché non è solo per Tiziana ma è per tutte le donne vittime del revenge porn, che è una violenza sia fisica che psicologica».
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Il Messaggero