Barbara se la ricorda ancora quella bimba di sei anni, aveva «il viso blu di lividi, gli occhi gonfi e tumefatti ed una infinità di graffi ovunque; saltava da un...
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Ed oggi a distanza di 43 anni, Barbara Beltrame vorrebbe riabbrracciare quella bambina. «Ogni volta che sento la parola terremoto penso a quella bimba di 6 anni ricoverata nel mio stesso stanzone in ospedale a Udine. Aveva perso tutti sotto le macerie; le regalai il mio succo di frutta e i miei palloncini. Vorrei ritrovarla e abbracciarla».
La donna ha affidato il suo personale ricordo del terremoto alla propria pagina Facebook con un post che è diventato in poco tempo virale e si è trasformato in poche ore in un appello rimbalzato su diversi gruppi e pagine dedicate al Friuli e ai suoi paesi.
«All'epoca abitavo con la mia famiglia a Vercelli - racconta ancora Barbara Beltrame - ma venivo spesso in Friuli dai nonni. Ero ricoverata in ospedale in quei giorni. Il 7 maggio, dopo la scossa, mi dimisero perché avevano bisogno di letti. Non rividi più quella bambina, non conoscono neppure il suo nome ma non ho mai smesso di pensare a lei». In questi anni Barbara Beltrame ha condiviso il suo ricordo con la mamma. «Per me fu istintivo regalare il mio succo a quella bimba. Mia mamma che era venuta a prendermi parlò con i medici per chiedere se glielo si poteva dare. Furono loro a dirle che aveva perso tutti sotto le macerie. Ma non sa nemmeno lei come si chiamasse - ricorda ancora - Ho sempre avuto questo desiderio di ritrovare questa bambina, ma non sapevo come fare. Non mi immaginavo che avrebbe avuto tutto questo riscontro su facebook. Se dovessi incontrarla non so cosa le direi. Innanzitutto l'abbraccerei - conclude -. Spero solo che la vita le abbia sorriso che di lacrime ne ha già versate troppe. Le auguro tutto il bene del mondo».
Il Messaggero