Telefonini in classe, dal ministro Bussetti sì al divieto: «Ma decidono i prof»

ROMA Studenti offline, a scuola lo smartphone non si usa: «A meno che sottolinea il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti non si tratti di un utilizzo...

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ROMA Studenti offline, a scuola lo smartphone non si usa: «A meno che sottolinea il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti non si tratti di un utilizzo didattico». Il provvedimento in discussione alla Camera, sull'introduzione dell'educazione civica a scuola, prevede anche il divieto di usare lo smartphone in classe. Ma a decidere come e quando usarlo devono essere comunque, sempre, la scuola e i docenti. A ribadirlo ieri, tornando sul divieto, è stato il ministro Bussetti: «Penso che i telefonini non debbano esserci a scuola ma se venissero utilizzati in una didattica innovativa, ben venga. Devono essere regolamentati anche con l'autonomia delle singole scuole e poi ho fiducia nei nostri studenti: di fronte a una proposta di questo tipo, sapranno accettarla». Lo smartphone, così come la rete che utilizza, sono ormai presenti nelle scuole tanto che un anno fa esatto il ministero dell'istruzione, con l'ex ministra Fedeli, emanò un decalogo sull'uso corretto dei device in classe, come smartphone e tablet, proprio per dare una regola ad un fenomeno in forte espansione. Per evitare che le esperienze di didattica innovativa, svolte con il telefonino, andassero in contrasto con la norma del 2007, dell'allora Ministro Fioroni, che vietava l'uso dello smartphone a seguito di gravi fatti di cyberbullismo. «Pensare che oggi il telefonino sia utile solo per comunicare con l'esterno è lontano dalla realtà», commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
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Il Messaggero