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TREVISO - Travolta da un pesante armadio in legno nella sua stanza da letto: schiacciata tra quelle quattro ante massicce e una sedia, in una stretta che non le ha lasciato scampo. E non le ha dato nemmeno il tempo di gridare aiuto. È morta così suor Eligia, al secolo Giulietta Cambus, 87 anni, originaria della provincia di Cagliari e da qualche anno in servizio nella Villa Regina Mundi di Treviso. Si tratta di una comunità che accoglie e accompagna le ragazze madri con problemi di dipendenze. Un lavoro fatto nel silenzio, con discrezione, in punta di piedi. Sono una decina le giovani mamme attualmente ospitate. Ad accompagnarle, oltre agli operatori laici, c’erano quattro suore. Ora rimaste in tre.
IL DRAMMA La tragedia si è consumata mercoledì sera, nella sede di viale Brigata Treviso, nel quartiere di Santa Maria del Rovere. La chiamata al 118 è scattata poco dopo le 19. Quando le consorelle di suor Eligia, appartenenti alla congregazione delle “Pie Suore della Redenzione”, hanno fatto la terribile scoperta. La religiosa era in camera sua: il corpo esile incastrato tra il pesante armadio in legno e una seggiola.
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TRISTEZZA E CORDOGLIO Adesso l’intera Villa Regina Mundi è sprofondata nel dolore per una perdita improvvisa, per di più in circostanze drammatiche. «Siamo molto tristi, rispettate il nostro dolore» - sono le poche parole che la madre superiora riesce a pronunciare sforzandosi di vincere quel nodo alla gola. A dipingere il ritratto di suor Eligia è invece don Davide Schiavon, direttore della Caritas trevigiana, che ha uno stretto legame con Villa Regina Mundi.
IL RITRATTO «Ha dedicato tutta la vita alla congregazione - la ricorda il sacerdote -. Era una persona sempre disponibile, discreta, generosa, semplice, dai modi molto affabili». Il messaggio evangelico lo metteva in pratica ogni giorno, prendendo per mano le ragazze madri che cercano di uscire dal tunnel di un passato difficile, segnato dalle dipendenze, per costruire un futuro luminoso per sé e per i propri figli. Una missione in cui suor Eligia credeva con tutta se stessa, improvvisamente interrotta da una tragica fatalità.
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