Lei lo aveva lasciato e lui ha iniziato a perseguitarla, ad abusare sessualmente di lei arrivando ad inviare delle foto intime della donna ai suoi amici. Un imprenditore edile di...
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Stupro a Viterbo: la vittima, violentata sotto l'effetto di alcol e ansiolitici, era in cura al centro di salute mentale
L'uomo non voleva in alcun modo accettare la decisione della ex di porre fine alla relazione sentimentale, ritenendola assolutamente inattesa, e ha fatto emergere il proprio lato violento e prevaricatore tenuto nascosto durante il rapporto. È stata la donna a denunciare nel marzo scorso gli abusi e lo stato di terrore in cui viveva da un pò di tempo per colpa dell'ex compagno. Dagli accertamenti realizzati in breve tempo dagli inquirenti, è emerso che l'uomo avrebbe più volte violentato la donna, che ovviamente rifiutava di avere rapporti sessuali dopo aver deciso di troncare la relazione.
Stupro Viterbo, gip: la vittima era semi-incosciente, scene raccapriccianti
Di fronte ai decisi rifiuti la violentava. Inoltre - è emerso - l'imprenditore perseguitava l'ex, tempestandola di telefonate e messaggi su whatsapp, arrivando all'improvviso a casa della donna, e facendola scenate; tra le condotte contestate anche le continue minacce di inviare agli amici le foto intime che la ritraevano se lei non gli avesse restituito il danaro prestato e l'equivalente in soldi dei regali. L'uomo ha poi inviato delle foto agli amici, ma non è stato ancora accertato se le immagini della donna siano finite anche on line; se così fosse la condotta ricadrebbe nella fattispecie del revenge porn.
La vittima - è ancora emerso - veniva poi spesso umiliata e offesa, quindi un mese e mezzo fa, stanca di subire e di non potersi rifare una vita, ha deciso di rompere gli indugi e denunciare l'ex compagno. A confermare i fatti anche amici della coppia, e in particolare della donna, che sapevano dell'incubo che stava passando; qualcuno, già prima del mese di marzo, aveva consigliato alla vittima di denunciare l'ex, ma lei per paura non lo aveva fatto, ritardando la segnalazione.
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Il Messaggero