Stefano Favaro, maestro di tennis morto in casa: il malore e le chiavi nella serratura esterna, cosa è successo

Ad entrare in casa per primi sono stati i carabinieri, avvertiti dai vicini che avevano notato la porta aperta

Stefano Favaro, maestro di tennis morto in casa: il malore e le chiavi nella serratura esterna, cosa è successo
Bravo, fragile e sfortunato. Tre parole per ricordare la personalità di Stefano Favaro, maestro di tennis che lavorava a Cavarzere (Venezia) da oltre dieci anni,...

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Bravo, fragile e sfortunato. Tre parole per ricordare la personalità di Stefano Favaro, maestro di tennis che lavorava a Cavarzere (Venezia) da oltre dieci anni, trovato morto nella sua abitazione, in centro, giovedì alle 11. Aveva 45 anni. Stefano giaceva sul pavimento, dove aveva battuto la faccia cadendo, era semisvestito e le chiavi di casa erano ancora inserite nella serratura, esterna. 

Ad entrare in casa per primi sono stati i carabinieri, avvertiti dai vicini che avevano notato la porta aperta, le chiavi alla portata di chiunque e, soprattutto, che lui non rispondeva ad alcuna chiamata. In seguito alcuni conoscenti hanno riferito di averlo visto al bar, vicino a casa, verso mezzanotte, ed è, quindi, presumibile, che fosse rientrato tardi, forse un po’ confuso, e si fosse buttato a letto, rialzandosi, poco dopo, per andare a richiudere la porta, ma che, per un malore, sia caduto a peso morto, procurandosi quel trauma facciale. La causa esatta del decesso sarà, eventualmente, stabilita da un’autopsia.

Chi era

Stefano Favaro era originario di Conselve, aveva frequentato l’Itis Kennedy di Monselice e si era formato, come maestro di tennis, in Spagna. A Cavarzere era arrivato nel 2013, partecipando ad un bando per le gestione dei campi comunali che erano in stato di trascuratezza da diverso tempo. Lui non si era spaventato per l’impegno e, in poco tempo, aveva recuperato la struttura (aiutato anche dal padre, Gianni), riunito i soci del vecchio Tennis Club e ne aveva acquisito di nuovi (un centinaio in tutto), organizzato corsi e lezioni molto frequentati e, quando ce n’era l’occasione, promuoveva viaggi e brevi soggiorni per assistere ai campionati in Italia. Dopo dieci anni di questo lavoro, in vista per lui, c’era anche la possibilità di gestire il campo di padel in costruzione. 

L'ultimo difficile periodo

A Cavarzere Stefano aveva trovato lavoro, casa e anche una fidanzata, con la quale, però, si era lasciato da circa un anno e mezzo, nel periodo, probabilmente, più difficile della sua vita. Alcune settimane fa, poi, era caduto in bicicletta e si era fratturato un braccio. Questo lo aveva costretto a interrompere le lezioni, dandogli un ulteriore colpo al morale. Il giorno della sua morte aveva appena iniziato le sedute di riabilitazione. 

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Il Messaggero