Statali, arriva il miglior dipendente del mese

Spingere non solo sulla leva economica ma anche su quella dell'orgoglio professionale con la proclamazione del «miglior dipendente del mese». Il ministero della...

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Spingere non solo sulla leva economica ma anche su quella dell'orgoglio professionale con la proclamazione del «miglior dipendente del mese». Il ministero della Pubblica amministrazione, guidato da Fabiana Dadone, sta per avviare un restyling della misurazione e della valutazione delle performance individuali dei dipendenti pubblici. Obiettivo: trovare un sistema più efficiente ed efficace per redigere le pagelle dei dipendenti.


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La ricompensa monetaria, secondo il documento, finora ha dato scarsi risultati, complici le risorse «esigue» a disposizione e la dispersione del gettone nelle mille voci che compongono la busta paga. Affianco al riconoscimento monetario, è il suggerimento, servirebbero gratifiche che facciano leva sulla formazione e sulla reputazione. L'invito è a sperimentare «attività di coaching e di mentoring» personalizzate, soprattutto per i più giovani. Funzionerebbero poi anche le formule per eleggere all'interno dell'organizzazione i «best performer», individuando il «miglior dipendente del mese» e pubblicizzando l'iniziativa tramite newsletter o l'intranet. C'è poi la possibilità di unire le due cose, conferendo il ruolo di formatori interni ai «best performer».

Si potrebbe, quindi, iniziare da qui per evitare il ripetersi di premi a pioggia. Posto che al merito andrebbero legate le promozioni e l'assegnazione di incarichi di responsabilità. Il documento si occupa anche delle pagelle negative. A riguardo, il ministero ricorda come ogni ufficio debba dettagliare cosa si «intenda per valutazione negativa, definendo, ad esempio, una soglia di punteggio minima». Le conseguenze delle bocciature invece sono già disciplinate per legge, che per i recidivi prevede perfino il licenziamento. La sanzione massima scatta dopo tre anni consecutivi in cui non si fa altro che collezionare insufficienze. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero