Capodanno, stop a botti e spray al peperoncino nelle piazze

Capodanno, stop a botti e spray al peperoncino nelle piazze
Niente botti ma via libera ai fuochi d'artificio che «valorizzano i giochi di luce»; e niente bottiglie di vetro, niente spray al peperoncino, metal detector e...

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Niente botti ma via libera ai fuochi d'artificio che «valorizzano i giochi di luce»; e niente bottiglie di vetro, niente spray al peperoncino, metal detector e ingressi a numero chiuso. Il Viminale e i sindaci di mezza Italia mettono a punto le misure per gli eventi previsti per l'ultimo dell'anno e blindano le piazze con provvedimenti che si muovono tutti nella stessa direzione. 


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Fa eccezione il sindaco di Roma Virginia Raggi che sceglie invece di non porre divieti per lo spray al peperoncino: «è uno strumento che ha consentito a tante ragazze di salvarsi». Al di là delle scelte dei primi cittadini e delle differenze tra città a seconda dei contesti dove si svolgeranno concerti ed eventi, dietro ai provvedimenti c'è una sola motivazione: garantire il massimo della sicurezza possibile nell'epoca del terrorismo internazionale, che tutto è meno che sconfitto come dimostra l'attentato dell'11 dicembre al mercatino di Natale di Strasburgo. Ed evitare che un botto troppo forte o una bottiglia di vetro lanciata tra la folla possa provocare nuovamente quello che è accaduto in piazza San Carlo a Torino in occasione della finale di Champions League. Si tratta dunque di mettere in piedi un sistema che integri misure di 'safety', di competenza delle amministrazioni, e di 'security', che spettano invece al questore, in modo che ognuno dia il proprio contributo per evitare che una festa si trasformi in un incubo. E se molte città hanno già predisposto nei giorni scorsi le ordinanze con i divieti - lo ha fatto ad esempio Dario Nardella a Firenze, Chiara Appendino a Torino e Virginio Merola a Bologna, e lo ha fatto il prefetto di Milano fissando a 20mila il numero massimo di persone che potranno accedere in piazza Duomo - è partita oggi dal Viminale una circolare a tutti i prefetti proprio per fornire le linee guida sull'utilizzo dei botti. La richiesta che arriva dal capo di gabinetto di Salvini, Matteo Piantedosi, è di mettere in campo una forte opera di «sensibilizzazione» invitando i cittadini a preferire ai botti prodotti «meno invasivi e pericolosi». 

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E, soprattutto, di «non utilizzare i botti nei luoghi di aggregazione e in tutte quelle aree considerate a rischio di propagazione incendi, nei pressi di ospedali, scuole, luoghi di culto, nelle vicinanze di monumenti e aree di valenza storica, archeologica, architettonica, naturalistica o ambientale». «Auguro a tutti gli italiani feste serene e felici. Ma soprattutto - dice Matteo Salvini - raccomando attenzione e senso di responsabilità. Per tutelare l'incolumità delle persone e degli amici animali, confido che ci sia un utilizzo intelligence di petardi e fuochi d'artificio in genere. Non roviniamoci i momenti di festa». Nella circolare non c'è invece alcun riferimento all'uso dello spray al peperoncino e con ogni probabilità dal Viminale non arriverà alcuna indicazione. Il perché sta nel fatto che Salvini, su questo fronte, la pensa come Virginia Raggi. «Il problema non è lo strumento - ha detto due giorni fa al termine del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica a Firenze - il problema è l'uso che se ne fa, perché lo spray al peperoncino, che ha salvato tante donne da aggressioni stupri e rapine, usato male può essere pericoloso. Se uno va in piazza con lo spray è un cretino che prima va curato e poi va portato per due giorni al fresco, così gli passa la voglia».
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Il Messaggero