Spara all'ex moglie e si consegna ai carabinieri dopo una settimana: «Mi sentivo solo»

Spara all'ex moglie e si consegna ai carabinieri dopo una settimana: «Mi sentivo solo»
MILANO Otto giorni in fuga a bordo della sua Vespa 50 Special, con parrucca e casco per non essere riconosciuto. Ma alla fine la latitanza si è rivelata un peso...

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MILANO Otto giorni in fuga a bordo della sua Vespa 50 Special, con parrucca e casco per non essere riconosciuto. Ma alla fine la latitanza si è rivelata un peso insostenibile. Salvatore D’Apolito, cinquantenne di Villasanta, provincia di Monza, venerdì sera si è costituito ai carabinieri, accompagnato dal suo avvocato. Il 27 settembre ha sparato sei colpi di pistola all’ex moglie Flora Agazzi, 53 anni: si è presentato davanti a casa sua, a Scanzorosciate, prima le ha bucato le gomme dell’auto, poi, mentre stava rientrando in casa le ha sparato al collo e al torace ferendola gravemente. Dopo una settimana Salvatore D’Apolito si è arreso: «Mi spiace, mi sentivo un uomo solo», ha detto ai carabinieri di Bergamo.


«ERO ABBANDONATO DA TUTTI»
L’uomo, di origine foggiana e piastrellista di professione, all’ex moglie non avrebbe dovuto neanche avvicinarsi per una decisione del tribunale: lei ha sporto diverse denunce nei suoi confronti per aggressioni e abusi. Ai militari dell’arma, che o hanno arrestato per tentato omicidio, ha detto di essere stanco della latitanza e dispiaciuto per quello che aveva fatto. Ha aggiunto di non aver mai accettato la separazione dalla donna, che si sentiva solo e abbandonato da tutti, isolato anche dai suoi familiari. Un movente che gli inquirenti hanno comunque già ricostruito. Durante la latitanza si era nascosto in un camper di sua proprietà, nella boscaglia fuori Lesmo e proprio lì è stata recuperata l’arma del delitto. Il giorno del tentato omicidio, giovedì di settimana scorsa, D’Apolito è partito da casa a Villasanta, in sella alla sua Vespa 50 Special bianca ed è andato dalla ex consorte, percorrendo quasi cinquanta chilometri. Ha indossato una parrucca e il casco, nel tentativo di non essere identificato da nessun altro. Anche la targa della moto era stata camuffata con del nastro adesivo. Molto probabilmente pensava di aver ucciso la donna e che nessuno lo avesse riconosciuto: invece Flora Agazzi è rimasta gravemente ferita, sottoposta a un delicato intervento chirurgico e ricoverata in rianimazione ora è fuori pericolo.


Subito dopo aver sparato sei colpi, tre dei quali hanno raggiunto alle spalle l’ex moglie, si è diretto sempre in Vespa verso il camper già preparato per la latitanza a Lesmo. Dagli schermi dela tv la sorella Libera D’Appolito aveva lanciato un appello: «Mi auguro, se mi sente, che ci ripensi e si costituisca: è una tragedia per noi, è una tragedia per i ragazzi, una tragedia per Flora. Io l’unica cosa che posso dire è lanciare un appello, Salvatore costituisciti ai carabinieri! Pensa a tutti noi, ma soprattutto per te stesso. Cosa pensi di ottenere così? Siamo distrutti». Dopo otto giorni si è consegnato.
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Il Messaggero