Si sono impiccate a distanza di qualche ora l'una dall'altra. Tre sorelle, tra i 54, 68 e 77 anni, si sono suicidate a Carmagnola (Torino). A scoprirlo sono stati i...
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Allarme suicidi, social sotto accusa: una ragazza su Instagram salva chi è in pericolo
Piera, Valeria e Gabriella Ferrero dicevano di essere ridotte in miseria per colpa di tre avvocati che le avrebbero truffate sull'eredità, per conto del fratello. Ma tutte le sentenze hanno dato ragione all'uomo. Cinque anni fa erano state state salvate dai carabinieri, che ne avevano bloccate due prima che si gettassero nel vuoto e la terza mentre si era chiusa in un'auto cercando di soffocarsi con il gas di scarico. Oggi è stato impossibile soccorrerle. Valeria e Gabriella, 67 e 54 anni, si sono impiccate nella notte in un casolare di via Castellero, in una stradina di Carmagnola dove ci sono solo qualche cascina e un caseificio.
Piera, 68 anni, si è uccisa sul balcone di casa sua, un appartamento in via Vinovo, nel centro della cittadina.
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«Non parlavano mai - raccontano - Salutavano a stento. E proprio se non potevano fare altrimenti». Una quarta sorella era morta due anni fa per cause naturali. Con Aldo, ascoltato oggi per ore dai carabinieri, i rapporti avvenivano esclusivamente tramite carte bollate. Tramite i suoi avvocati, era la convinzione delle tre donne, le aveva ridotte sul lastrico. Riuscendo ad accaparrarsi appartamenti e terreni. Si ritenevano truffate, quindi. Presunte vittime di un raggiro che si andava a sommare alla profonda solitudine. Nel 1994, inoltre, Piera aveva denunciato un'altra truffa. Aveva chiamato 'Striscia la Notizià accusando il sindaco di Carmagnola di averle chiesto una tangente di 50 milioni di lire per costruire una strada sul suo terreno. Una denuncia che le era costata un'accusa di calunnia. Si sentivano accerchiate dal fratello, dagli avvocati, dai giudici, dai residenti e dall'amministrazione di Carmagnola. Un fantomatico assedio. A cui hanno deciso di sfuggire con la morte.
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Il Messaggero