Ogni anno 132 miliardi di sigarette vengono trafficate illegalmente per essere consumate in 57 paesi situati in Europa, Nord Africa, Medio Oriente e Asia centrale. Questa cifra...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
alcuni dei dati della ricerca Ittp Nexus in Europe and Beyond, condotta da Transcrime - Università Cattolica del Sacro Cuore e finanziata dalla Pmi Impact Initiative. Tra i principali risultati, il rapporto rivela che le sigarette illecite consumate nell'Unione Europea provengono da 128 paesi dislocati in 5 continenti e la maggior parte di queste
proviene da paesi situati fuori dall'Ue. Oltre il 20% delle sigarette proviene dai paesi dell'Europa orientale
(principalmente Ucraina e Bielorussia) e quasi il 40% da regioni extraeuropee, soprattutto dal Medio Oriente (Emirati Arabi Uniti) e dal Nord Africa (Algeria). I cittadini dell'Unione Europea consumano annualmente quasi 55 miliardi di sigarette illecite.
LA RETE
Si registrano quasi 900 collegamenti diversi tra i 150 paesi coinvolti nel traffico transnazionale di sigarette. «I conflitti
armati, la corruzione, la tolleranza verso il traffico e il consumo di sigarette illecite, gli accordi di libero scambio e
la vulnerabilità delle zone di libero scambio rispetto alle attività criminali sono solo alcuni dei fattori che hanno un
impatto significativo sul traffico illecito di sigarette» si legge nel dossier. Ernesto Savona, direttore di Transcrime,
commenta: «I risultati della ricerca sottolineano l'importanza di un approccio olistico che coinvolga più Paesi e contrasti contemporaneamente la domanda, l'offerta e il trasporto illecito di sigarette. Lo scopo dello studio è accrescere la consapevolezza sulle caratteristiche e le determinanti del traffico globale di sigarette per contribuire alla previsione e alla prevenzione di questo crimine. Inoltre, la metodologia adottata da questo studio potrebbe essere utilizzata per analizzare altri mercati illeciti transnazionali e attività criminali come il traffico di droga o di armi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero