Cagliari, scoperta una chat Whatsapp di adolescenti per scambiarsi droga e video di sesso con minori

Cagliari, scoperta una chat Whatsapp di adolescenti per scambiarsi droga e video di sesso con minori
Una comoda chat Whatsapp usata per scambiarsi droga e video di sesso con minori. L'inchiesta della Procura dei minori di Cagliari squarcia un velo sui pericoli che viaggiano...

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Una comoda chat Whatsapp usata per scambiarsi droga e video di sesso con minori. L'inchiesta della Procura dei minori di Cagliari squarcia un velo sui pericoli che viaggiano sulle chat degli adolescenti. Molti frequentavano l'Istituto superiore Einaudi di Senorbì, nel sud Sardegna, altri erano pendolari e si spostavano ogni giorni a Cagliari o in altre scuole dell'hinterland. Tutti condividevano una chat di gruppo, assieme ad altri adolescenti e studenti delle superiori, usata come una piazza virtuale di discussione. Ma come se fosse una vera e propria piazza, una decina di adolescenti di Senorbì, San Basilio, Barrali e Ortaceus la utilizzavano per tenere in piedi uno smercio di marijuana andato avanti per diversi mesi.

Trattative sul prezzo, accordi, appuntamenti e consegne: tutto attraverso WhatsApp, così come - in qualche caso - anche la condivisione di filmati di sesso con minori. È quanto emerge dall'indagine della Procura dei Minori di Cagliari conclusa dai Carabinieri di Senorbì che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di dieci adolescenti, tutti all'epoca dei fatti di età compresa tra i 15 ed i 17 anni. Secondo l'accusa avrebbero messo in piedi - sia in Trexenta che in alcuni istituti superiori del capoluogo sardo - un giro di spaccio utilizzando proprio la chat di gruppo per contattare e fissare gli scambi dello stupefacente.

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I militari hanno fatto un lavoro durato mesi, analizzando uno ad uno migliaia di messaggi e ricostruendo lo scambio di dosi o anche quantità più considerevoli di marijuana: un giro vorticoso che partiva dai 5 euro sino a 250 euro a volta. Una struttura piramidale che al vertice avrebbe avuto degli adulti, i fornitori della droga, finiti anche loro nel mirino della Procura e indagati in un'inchiesta del sostituto procuratore Andrea Massidda. La struttura della baby gang sarebbe stata verticistica, con uno o due ragazzini che facevano da capibanda del gruppetto.

Per tre dei dieci indagati la Procura per i Minori di Cagliari ha contestato anche l'accusa di detenzione e diffusione di materiale pedo-pornografico: nella chat sono stati trovati filmati di sesso con bambini e altre immagini a sfondo sessuale con protagonisti dei minori.

Gli investigatori hanno scoperto anche minacce e ricatti nei confronti di compagni di scuola che avevano comprato la marijuana ma che erano in ritardo sul pagamento. In un caso, la sostituta procuratrice per i minori, Elisabetta Atzori, ha contestato l'estorsione a un ragazzino del gruppo che si è fatto consegnare con le minacce un orecchino d'oro da un coetaneo che non aveva ancora saldato il suo debito per l'acquisto di droga.

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Il Messaggero