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ROMA La distanza tra le scuole italiane può essere enorme, ben oltre quella geografica. Esistono infatti divari spaventosi nell’apprendimento: basti pensare che uno studente di 15 anni di una scuola superiore della Sardegna o della Sicilia sembra aver studiato 2 anni in meno rispetto a un coetaneo del Veneto, del Friuli o dell’Emilia Romagna. Tra loro infatti, a parità di classe e di età, ci sono ben 24 punti di distanza nell’apprendimento della matematica. Anche in Italiano la situazione non cambia. Ma gli istituti possono sanare questi divari, con il lavoro in classe e tutte le attività scolastiche ed extra-scolastiche da mettere in campo.
LA CLASSIFICA
I divari di apprendimento emergono già nella scuola elementare ma crescono nella scuola media e si amplificano alle superiori dove gli indirizzi cambiano tra licei, tecnici e professionali. Per approfondire cause e possibili soluzioni di simili differenze all’interno dello stesso sistema scolastico, ieri è stato presentato il rapporto “Divari scolastici in Italia”: un’indagine sulle differenze di apprendimento nei territori e tra le scuole, promossa da Fondazione Agnelli e Fondazione Rocca con il contributo dell’Università Sapienza di Roma, che ha svolto analisi quantitative e qualitative partendo dai dati Invalsi 2022-23 e integrandoli con dati e informazioni da Ocse-Pisa 2022 sulle competenze dei quindicenni. Dallo studio emerge che i divari si formano su molteplici livelli: non solo dalle caratteristiche individuali e di retroterra familiare degli studenti o dalle specificità socioeconomiche e culturali del contesto territoriale ma anche dalle differenze “fra le scuole” in uno stesso territorio e addirittura anche “dentro le stesse scuole”. Nelle differenze fra le scuole è forte l’impatto degli indirizzi di studio: a parità di condizioni, infatti, frequentare il liceo classico o linguistico segna uno svantaggio rispetto al liceo scientifico, misurabile in 14 punti Invalsi in matematica in meno.
GLI INDIRIZZI
Lo stesso vale per gli altri indirizzi. Anche la scelta della scuola, infatti, potrebbe aiutare gli studenti a dare il meglio: «L’indagine – ha spiegato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli – ci fa capire più a fondo le cause dei divari di apprendimento, non fermandosi alla manifestazione più visibile: i divari fra i territori. Abbiamo, ad esempio, visto quanto contino nella secondaria di II grado le differenze che dipendono dall’indirizzo di studio.
Un impatto eccessivo, per limitare il quale sarebbe bene, da subito, rafforzare nella scuola media l’orientamento alla scelta di studio successiva, rendendolo sistematico e continuo nei tre anni, per portare ogni studente e studentessa alla scelta più adeguata a capacità e interessi». Nello studio sono state analizzate 5 scuole risultate eccellenti: tre professionali, un tecnico e un liceo situate in Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia.
Sono scuole che presentano esiti nettamente superiori a quelli che ci si sarebbe aspettati osservando il loro contesto territoriale, l’indirizzo di studio, il livello socioeconomico e culturale. L’analisi mira quindi a rilevare le strategie messe in campo organizzativo e della leadership, nella gestione delle risorse e della didattica e nell’offerta extracurricolare.
Le scuole dunque possono seguire il loro percorso di riscatto, anche se si trovano in un territorio fragile. Contando sulla loro autonomia, definita ancora comunque scarsa rispetto alle aspettative. "La ricerca mostra grandi divari – commenta Gianfelice Rocca, Presidente di Fondazione Rocca – ma anche che le singole scuole, nella loro autonoma capacità di organizzazione, possono fare la differenza. Per la scuola italiana, il tema non è aumentare il numero di insegnanti o di risorse, tra i più alti d’Europa, ma incidere sull’organizzazione”.
I casi analizzati nello studio, infatti, mettono in luce gli strumenti su cui una scuola può investire per raggiungere livelli di eccellenza: la leadership dei dirigenti, la capacità di lavorare in team e l’apertura dell’istituto a esperienze formative esterne.
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Il Messaggero