Scappellotti, ceffoni e qualche spintone hanno messo nei guai un imprenditore del torinese, finito a processo per i suoi metodi educativi nei confronti dei figlio. L'uomo,...
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Nell'estate 2017, dopo l'ennesimo scappellotto, la madre ha chiamato i carabinieri e il caso è finito in Tribunale. «Lo faccio per il futuro di mio figlio - ha spiegato davanti al pm Giulia Marchetti - Gli chiedo le tabelline al mattino presto, perché poi sono fuori casa tutto il giorno. Vorrei che seguisse le mie orme». I legali dell'imprenditore sostengono che l'uomo non avesse intenzione di mortificare il figlio. «Si tratta di un padre dall'educazione arcaica - spiegano Fiore e Mittone - Non ha mai voluto fare del male al suo bambino». Il fratello del ragazzino, meno bravo a scuola, non era mai stato oggetto dei rigidi rimproveri del padre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero