San Martino, la poesia di Giosuè Carducci dedicata all'11 novembre

"La nebbia agli irti colli...". Quanti di voi (noi) si ricordano le rime, tra le più belle, simbolo della scrittura italiana? "San Martino" è una...

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"La nebbia agli irti colli...". Quanti di voi (noi) si ricordano le rime, tra le più belle, simbolo della scrittura italiana? "San Martino" è una poesia di Giosuè Carducci inclusa nella raccolta "Rime nuove" del 1887. L'autore l'ha chiamò originariamente "Autunno" nel manoscritto, datato 8 dicembre 1883. La poesia, pubblicata per la prima volta proprio nel dicembre 1883 nel supplemento de "L'Illustrazione Italiana", è inserita nel volume III dell'edizione nazionale delle Opere. La composizione ha suscitato un interesse critico poichè presenta similitudini con due liriche di Ippolito Nievo scritte 25 anni prima, evidenziando parole e immagini comuni. Il titolo della poesia si riferisce alla data dell'11 novembre, giorno dedicato a San Martino, in cui tradizionalmente in Italia si celebra la maturazione del vino nuovo, dando origine al detto "a San Martino ogni mosto diventa vino". La struttura metrica adotta il formato della canzonetta anacreontica, con due coppie di quartine di settenari, seguendo uno schema abbc deec. La rima è articolata con ad piani sciolti, bb ee in rima baciata, e cc tronchi in rima costante.
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Il Messaggero