VENEZIA - I carabinieri recuperano il "San Giovannino" dipinto di fine XVII secolo: era stato messo in vendita in una casa d'aste genovese, come copia...
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Le indagini, coordinate dalla Procura di Brescia, sono nate da una serie di controlli, a larga scala, effettuati dai militari del Nucleo di Venezia, su beni d'arte in vendita presso case d'aste nazionali ed estere e presso esercizi commerciali di settore e mercatini di antiquariato. Proprio dalla comparazione dell'immagine di un dipinto commercializzato dalla casa d'aste ligure, con quelle contenute nella banca dati dei beni culturali sottratti, si è scoperta la grande similitudine con un dipinto, asportato nel maggio del 1999, da una cappella privata di un'importante villa in provincia di Pordenone.
Le attività investigative dei Carabinieri di Venezia, con la collaborazione dei militari della Stazione di Sacile, di Prata di Pordenone e di Sabbio Chiese, hanno consentito di accertare che l'opera rubata era di proprietà di un facoltoso collezionista pordenonese, poi deceduto, e che aveva denunciato il furto di vari dipinti, solo alcuni fotografati, costituenti l'arredo della cappella privata dedicata alla «Madonna del Rosario», annessa alla propria villa settecentesca.
Una volta sequestrato il dipinto è stato sottoposto a valutazione degli storici dell'arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna i quali, dopo un esame tecnico effettuato attraverso l'utilizzo della lampada di Wood e lo studio di alcune riproduzioni fotografiche d'archivio, hanno confermato la corrispondenza dell'opera sequestrata con quella trafugata. Per la ricettazione del dipinto, il cui valore è di circa 80.000 euro, sono state segnalate all'Autorità Giudiziaria tre persone. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero