Salone del libro chiude ad Altaforte. Ma lui: «Ci sarò lo stesso»

Sta per cominciare finalmente il Salone del libro di Torino, dopo le polemiche fortissime di questi giorni, e c'è molta attesa per l'apertura degli ingressi, alle...

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Sta per cominciare finalmente il Salone del libro di Torino, dopo le polemiche fortissime di questi giorni, e c'è molta attesa per l'apertura degli ingressi, alle 10, del Lingotto. Arrivano i primi visitatori con biglietto in mano. Ma arrivano o non arrivano anche quelli di CasaPound che hanno minacciato proteste nel piazzale della fiera e meditano vendetta per essere stati esclusi all'ultimo minuto dalla kermesse? «Alle 10 sarò  per ribadire che la logica di Altaforte non si piega al pensiero unico», annuncia su Facebook Francesco Polacchi che aggiunge: «Se avete a cuore la libertà d'espressione vi aspetto. I libri non devono conoscere censura». 


Il senso della vicenda è questo: l'egemonia culturale ha dovuto chiedere aiuto ai pm, per salvarsi dalla presenza degli editori di CasaPound. La sinistra, sparita dalle periferie cittadine, si è vista minacciata dentro le mura dell'ultimo fortilizio rimastole, quello editoriale, della lettura, dei lettori, e ha reagito con la forza della disperazione chiedendo e ottenendo, grazie all'inchiesta avviata per apologia del fascismo, l'esclusione dell'aziendina editoriale guidata da Francesco Polacchi.

C'è stata in questi lunghi giorni tempestosi della vigilia un clima da "Aspettando i barbari" (come nello stupendo romanzo di Coetzee, premio Nobel nel 2003) ma i barbari ora che il Salone  sta aprendo i battenti sono stati respinti. E i primi visitatori al Lingotto tirano un sospiro di sollievo, mentre aspettano di entrare.

Esultano: «Andiamo a goderci la lezione inaugurale di Halina Birembaum, donna meravigliosa scampata al lager di Auschwitz, e lei per fortuna al Salone c'è proprio perché si è riusciti a tenere fuori l'editore fascistissimo Altaforte e tutti i nazisti amici suoi». Ed evviva. Tutti aspettano l'arrivo di Wu Ming (famoso pseudonimo ispirato dal comandante Giap il cui ultimo romanzo è una requisitoria affascinante contro il confino imposto da Mussolini agli antifascisti a Ventotene) e dell'adorato fumettista combat Zerocalcare, ossia due degli eroi della Neo-resistenza insieme a Carlo Ginzburg, Salvatore Settis, Tomaso Montanari e altri che hanno gridato all'allarme del fascismo in marcia sul Salone.


E grande attesa anche per Chiamparino e Appendino (la simbiotica coppia soprannominata Chiappendino) che hanno presentato l'esposto alla magistratura per apologia del fascismo contro l'editore super nero Altaforte. Il quale, il Polacchi, un duro da scontri di piazza, non solo chiede i danni economici ma vuole scatenare una reazione. Bella ciao intanto può risuonare alla fiera del libro. Ma la preoccupazione per eventuali "provocazioni fasciste", come dicono i primi visitatori al Lingotto, esiste. C'è molta polizia al Salone del libro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero