Maxime Mbanda nominato cavaliere: «Io, rugbysta, alla guida di ambulanze la notte piangevo per tutto quel dolore»

Maxime Mbandà (Foto Cfp)
«Sono stati i 70 giorni più impegnativi della mia vita. Ho trasportato più di 100 pazienti, fatto turni massacranti e ho provato delle emozioni...

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«Sono stati i 70 giorni più impegnativi della mia vita. Ho trasportato più di 100 pazienti, fatto turni massacranti e ho provato delle emozioni stupende».


Maxime Mbanda, 26 anni, giocatore per la franchigia Zebre Rugby e per la nazionale italiana con la quale l'anno scorso ha partecipato agli ultimi  Mondiali in Giappone, ha fatto il volontario sulle ambulanze per la Croce Gialla di Parma. Un impegno che il presidente Mattarella ha voluto sottolineare con la nomina a Cavaliere della Repubblica per alti meriti sociali del giovane che ha la mamma di Milano e il papà del Congo, medico chirurgo.

 
Quando ha deciso di fare il volontario?
«Erano i primi di marzo, avevano interrotto il campionato. Mi sono chiesto - dice il giocatore della mischia delle Zebre, nato a Roma e cresciuto a Milano, 20 presenze in azzurro nel ruolo di terza linea - cosa avrei potuto fare per aiutare gli altri. E ho usato internet per scoprire che c'era bisogno di autisti e infermieri per le ambulanze. Ho cominciato a trasportare pazienti positivi da un ospedale all'altro. Mi è capitato di piangere la sera, dopo tutto quello che vedevo durante il giorno. Mi è capitato di fare la pipì addosso, dopo ore di servizio sempre in tuta. Volevo essere in servizio il più possibile e mi sentivo in colpa quando non ero lì».

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Sui social ha scritto che tutti dovrebbero provare le emozioni di chi fa volontariato.
«Sono fantastiche. Ho scritto quel post per ricordare cosa abbiamo passato. Non si deve ripetere, si può tornare alla normalità senza assembramenti».


 


Lei è stato vittima di insulti razzisti lo scorso novembre.
«Episodi di stupidità. Dobbiamo usare la parola per cercare di rendere il mondo migliore».
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Il Messaggero