I candidati sono in tutto nove e tra loro ci sono anche i pg di Roma, Napoli e Venezia, e tre avvocati generali della Cassazione. Ora, spetta al Csm appena travolto dallo scandalo...
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Dopo la pausa estiva, comunque, l'attività riprenderà a ritmo serrato: il Csm dovrà anche nominare i procuratori di Roma e Perugia, di cui discutevano Palamara e alcuni consiglieri del Csm con i deputati del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri nei colloqui intercettati nell'ambito dell'inchiesta sul "mercato delle toghe". L'indagine aveva portato alle dimissioni di 4 consiglieri di Palazzo dei Marescialli e all'autosospensione di un quinto. Alla nomina del nuovo pg non si arriverà prima di ottobre, perché ci sono dei tempi tecnici obbligati - come quelli previsti per i pareri dei consigli giudiziari -, che potrebbero allungarsi se si decidesse di convocare le audizioni dei candidati.
In corsa - e tra i favoriti - il pg di Roma, Giovanni Salvi, esponente di Magistratura democratica e in passato procuratore di Catania, che in occasione della nomina di Fuzio fu il concorrente sconfitto. In partita ci sono anche il procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, esponente di Unicost, e quello di Venezia, Antonio Mura, che è stato presidente di Magistratura Indipendente. Se invece si propendesse per una soluzione interna, in pole position ci sarebbero i tre avvocati generali della Cassazione: Luigi Salvato, Marcello Matera (già consigliere del Csm e in passato segretario di Unicost) e Renato Finocchi Ghersi (anche lui ha alle spalle ruoli da dirigente al ministero di via Arenula). E in corsa ci sarebbero anche il sostituto pg Giovanni Giacalone e i presidenti di sezione Giuseppe Napolitano e Giacomo Fumu. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero