Una proposta di legge «che colma una lacuna legislativa» attraverso «l'introduzione di un reato autonomo, che punisca la condotta del revenge porn», la...
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«Finalmente vedo uno spiraglio di luce in questo labirinto. Non si può sposare l'idea che il web sia un luogo franco da regole. Quello che è reato nella vita reale deve esserlo anche in quella virtuale». Così Maria Teresa Giglio, mamma di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana che si suicidò dopo la diffusione online di immagini a sfondo sessuale che la riguardavano, ha espresso la sua soddisfazione intervenendo in Senato. «Mia figlia ha avuto la sfortuna di imbattersi in un uomo ignobile, che ha ritenuto divertente giocare con la dignità di una ragazza per bene. Per Tiziana non è stato un gioco, Tiziana per questo gioco è morta», ha detto, definendo il fenomeno «una vera e propria piaga sociale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero