Ravalle, piccola frazione ferrarese, da alcuni giorni è in subbuglio di fronte all'ipotesi di dover accogliere 35 richiedenti asilo. Sabato sera è stato...
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Per Fabbri il caso è già superato perché «non solo la proprietaria dell'immobile in cui i richiedenti asilo dovevano essere sistemati ha posto il veto sulla vendita e dunque sull'utilizzo della struttura, ma la stessa cooperativa assegnataria del bando, a quanto risulta, ha rinunciato alla collocazione nella frazione».
I richiedenti asilo, dunque, già presenti sul territorio e da smistare, non andranno più a Ravalle. «Al contrario di quanto la propaganda politica in chiave anti Lega vuole fare credere - aggiunge il sindaco Fabbri - tutta la questione dell'ipotetico arrivo dei richiedenti asilo nella frazione è stata seguita da vicino, da me personalmente in qualità di primo cittadino, con modalità ben diverse da quelle con cui sono solite agire le amministrazioni a guida Pd». E cioè, «oltre ad esserci dichiarati, da subito, fermamente contrari» all'arrivo dei richiedenti asilo nella frazione di Ravalle, «abbiamo incontrato e dialogato più volte con i residenti, con la proprietaria dell'immobile e con tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Prefettura alla quale fin da subito abbiamo esternato la nostra contrarietà alla soluzione individuata dalla cooperativa».
«E' surreale che l'attuale sindaco leghista di Ferrara scarichi la colpa su altri, Ravalle è l'effetto evidente delle politiche della Lega», dice invece il segretario regionale del Pd, Paolo Calvano, ricordando che il Carroccio, «abbandonando l'accoglienza diffusa, scarica su piccole comunità tutto il peso e la responsabilità di accogliere tutti insieme decine e decine di richiedenti asilo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero