Ferrara, presidi per bloccare l'arrivo dei migranti. Il sindaco leghista: «Caso montato»

Ravalle, piccola frazione ferrarese, da alcuni giorni è in subbuglio di fronte all'ipotesi di dover accogliere 35 richiedenti asilo. Sabato sera è stato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ravalle, piccola frazione ferrarese, da alcuni giorni è in subbuglio di fronte all'ipotesi di dover accogliere 35 richiedenti asilo. Sabato sera è stato organizzato un presidio di protesta, con striscioni che accostavano la vicenda a quella di Gorino, altro paese della provincia di Ferrara dove nel 2016 furono organizzate barricate contro l'arrivo di un gruppo di profughi. Ma secondo il sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri, eletto dopo 70 anni di governo del centrosinistra nella città estense, si tratta di un caso «già chiuso da giorni» e «montato ad arte» contro il Carroccio. E ha attaccato la stampa «disinformata e faziosa», riferendosi alla ricostruzione di un quotidiano secondo cui la protesta è stata portata avanti anche da residenti leghisti, arrabbiati pure con il proprio partito e con l'amministrazione comunale guidata dal Carroccio che avevano votato.


Per Fabbri il caso è già superato perché «non solo la proprietaria dell'immobile in cui i richiedenti asilo dovevano essere sistemati ha posto il veto sulla vendita e dunque sull'utilizzo della struttura, ma la stessa cooperativa assegnataria del bando, a quanto risulta, ha rinunciato alla collocazione nella frazione».

I richiedenti asilo, dunque, già presenti sul territorio e da smistare, non andranno più a Ravalle. «Al contrario di quanto la propaganda politica in chiave anti Lega vuole fare credere - aggiunge il sindaco Fabbri - tutta la questione dell'ipotetico arrivo dei richiedenti asilo nella frazione è stata seguita da vicino, da me personalmente in qualità di primo cittadino, con modalità ben diverse da quelle con cui sono solite agire le amministrazioni a guida Pd». E cioè, «oltre ad esserci dichiarati, da subito, fermamente contrari» all'arrivo dei richiedenti asilo nella frazione di Ravalle, «abbiamo incontrato e dialogato più volte con i residenti, con la proprietaria dell'immobile e con tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Prefettura alla quale fin da subito abbiamo esternato la nostra contrarietà alla soluzione individuata dalla cooperativa».


«E' surreale che l'attuale sindaco leghista di Ferrara scarichi la colpa su altri, Ravalle è l'effetto evidente delle politiche della Lega», dice invece il segretario regionale del Pd, Paolo Calvano, ricordando che il Carroccio, «abbandonando l'accoglienza diffusa, scarica su piccole comunità tutto il peso e la responsabilità di accogliere tutti insieme decine e decine di richiedenti asilo».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero