Rapina a Cuneo, Mario Roggero ha sparato ai ladri fuori dalla gioielleria: l'esito della ricostruzione della Procura

Sono terminati i sopralluoghi degli esperti alla gioielleria Roggero di Grinzate Cavour, nel cuneese, dove lo scorso 28 aprile un tentativo di rapina è finito con la morte...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Sono terminati i sopralluoghi degli esperti alla gioielleria Roggero di Grinzate Cavour, nel cuneese, dove lo scorso 28 aprile un tentativo di rapina è finito con la morte di due banditi uccisi dal titolare. L'esito delle indagini, fino ad ora condotte dai carabinieri di Alba e Cuneo e coordinate dalla procura di Asti, non va a favore di Mario Roggero, proprietario del negozio. Sembrerebbe infatti che i colpi di pistola, che hanno ucciso due malviventi e ferito una terza, siano stati sparati all'esterno della gioielleria mentre i ladri erano in fuga. «Risultano esser stati tutti sparati all'esterno del negozio». Si legge in una nota della procura, «allorché i rapinatori si davano fuga sulla pubblica via, il gioielliere con l'arma colpiva in successione Alessandro Modica alla gamba destra, ferendolo, nonché Andrea Spinelli al fianco destro e Giuseppe Mazzarino alle spalle, ciascuno colpito al cuore da un proiettile che ne cagionava la morte». 

 

 

Proseguono gli accertamenti

 La Procura di Asti «prosegue gli accertamenti avvalendosi del Comando Compagnia carabinieri di Alba e dei consulenti medico-legale e balistico», che ieri sono appunto tornati in via Garibaldi per ricostruire la sparatoria. «Una volta ricostruito il fatto in modo completo - conclude il procuratore Alberto Perduca, che coordina l'inchiesta - gli uffici provvederanno alla sua conforme qualificazione giuridica e alle conseguenti determinazioni». Il titolare della gioielleria, se il quadro sin qui delineato dovesse essere confermato, rischia conseguenze legali più gravi. Lo scorso 28 aprile i due rapinatori uccisi entrarono nella gioielleria poco prima dell'orario di chiusura, e hanno minacciato il gioielliere, la moglie e la figlia con un coltello e una pistola, poi risultata finta ma senza tappino rosso. «Ho dovuto scegliere tra la loro vita e la nostra», ha ribadito più volte il gioielliere che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, li ha seguiti in strada, dove poi ha sparato. Nell'indagine il titolare della gioielleria, il 66ene Mario Roggero, è indagato per omicidio colposo ed eccesso di legittima difesa, mentre il bandito ferito si trova in carcere a Cuneo accusato di rapina in concorso. 

 

Il sopralluogo tecnico

Sul luogo della sparatoria, chiuso al traffico e ai passanti, una ventina di persone tra magistrati della Procura di Asti, carabinieri, avvocati, consulenti della Procura e delle parti. Gli inquirenti vogliono così far luce sulla dinamica della tentata rapina e della sparatoria, avvenuta nella via centrale del paese alle porte di Alba intorno alle 19. Nella caserma dei carabinieri di Alba ieri magistrati, investigatori e legali hanno anche visionato le immagini della telecamere che hanno ripreso la colluttazione tra gioielliere e banditi e gli spari. Un carroattrezzi ha riportato nel parcheggio la Ford Fiesta di colore bianco che la banda contava di utilizzare per la fuga, un finestrino in frantumi perché colpito da un proiettile sparato dal gioielliere. La banda si era introdotta nella gioielleria con una pistola finta e un coltello, minacciando Roggero, moglie e figlia. Roggero, che è indagato per omicidio colposo ed eccesso di legittima difesa, e figlia erano stati picchiati e rapinati già alcuni anni fa. 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero