Prosek, sulla Gazzetta Ufficiale pubblicata la richiesta croata, Patuanelli: «Ci opporremo»

La Commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ue la domanda di protezione della menzione tradizionale «Prosek», presentata dalla Croazia. La pubblicazione era...

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La Commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ue la domanda di protezione della menzione tradizionale «Prosek», presentata dalla Croazia. La pubblicazione era stata anticipata dall'Esecutivo Ue nella risposta data dal commissario all'agricoltura Janusz Wojciechowski a un'interrogazione di europarlamentari di diversi paesi e schieramenti. La Croazia vuole utilizzare la menzione tradizionale «Prosek» per quattro vini a denominazione d'origine protetta. La pubblicazione conferisce il diritto di opporsi alla domanda entro un termine di due mesi.

«Non spetta a me dirlo ma pare indubbiamente che il termine Prosek per affinità fonetica e visiva evochi nella mente del consumatore medio europeo proprio il Prosecco italiano. Pertanto ritengo che non ci siano le condizioni giuridiche affinché esso possa essere registrato». È quanto ha dichiarato il ministro delle Politiche Agricole e alimentari Stefano Patuanelli nell'informativa al Senato sul caso Prosecco e la richiesta della Croazia. 

 

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«Ringrazio il ministro Patuanelli e il ministero per l'impegno assunto a difesa del Prosecco contro il Prosek, sostenuto dal Parlamento in modo unanime. Non c'è dubbio che questa battaglia è fondamentale per un intero territorio: stiamo parlando di 25 mila ettari di produzione, 10 mila aziende, 1500 case vinicole e spumantiere, delle prospettive del futuro di uno dei vessilli del Made in Italy nel mondo» ha detto il senatore del Pd Nino Taricco, capogruppo del Pd nella commissione Agricoltura. «Deve essere chiaro - ha proseguito Taricco - che qui non è in gioco solo il futuro del prosecco, ma la stessa tutela della denominazione di origine di cui l'Ue si è dotata e di cui l'Italia è protagonista assoluta con 800 specialità garantite, che dichiarano al mondo la storia e la tradizione di un modello agroalimentare che è anche un patrimonio storico, culturale, territoriale. Ora questo modello è sotto attacco e per il prosecco ci attende una battaglia giuridica. Ma è anche una battaglia politica da condurre stringendo alleanze con tutti quelli che credono nel nostro modello produttivo Doc, che significa tutelare un modello alimentare fondato sull'agricoltura, sull'autenticità dei prodotti, sulla tutela del consumatore. È un modello di cui la denominazione di origine e i consorzi di tutela sono il cuore. Se la battaglia a difesa di questo modello dovesse diventare solo italiana rischieremmo di perderla, se l'Italia ne diventa l'alfiere possiamo vincerla». 

 

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Il Messaggero