MILANO Chi è davvero il dottor Leonardo Cazzaniga? Un demone sterminatore, sostiene l’accusa. Un medico pietoso, ribatte la difesa. Per ora l’ex aiuto primario...
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Dal 2011 al 2013, afferma l’accusa, gli amanti diabolici hanno seminato la morte. Lei è già stata condannata a trent’anni in abbreviato per la morte della madre e del marito, adesso il procedimento a carico del luminare delle anestesie è nella fase decisiva. Nell’udienza di domani infatti la Corte d’assiste di Busto Arsizio (Varese) deciderà se disporre o meno la perizia per accertare le cause della morte dei tredici pazienti del pronto soccorso di Saronno. Qualora i giudici accolgano l’istanza avanzata dall’avvocato Ennio Bufoli, legale di Cazzaniga, la procura di Busto Arsizio ha chiesto una proroga della custodia cautelare dell’imputato, in scadenza ad agosto, di altri sei mesi.
ARBITRO DEL DESTINO
Nel lungo dibattimento i consulenti dell’accusa e quelli della difesa si sono dati battaglia. Secondo la difesa Cazzaniga avrebbe agito solo per alleviare le sofferenze dei pazienti. «I consulenti dell’accusa hanno valutato, dai verbali di pronto soccorso, farmaci e quantitativi secondo parametri da anestesia», puntualizza Bufoli, «non da cure palliative», che è ciò che sostiene Cazzaniga. «Per questa ragione - prosegue l’avvocato - abbiamo chiesto alla corte che nomini dei periti che ci dicano se il nostro ragionamento è corretto oppure no». I periti, sempre che la corte lo ritenga necessario, dovranno stabilire se esista un rapporto di causa-effetto fra la condotta del medico e il decesso dei malati. Se i pazienti avevano una prospettiva di vita o erano giunti agli ultimi istanti, se l’intervento di Cazzaniga fosse volto a provocare la morte oppure no. Per il procuratore di Busto, Gian Luigi Fontana, «il dottor Cazzaniga decideva autonomamente, senza solide basi scientifiche, quanto e come una persona doveva sopravvivere. Si faceva arbitro della sua sorte».
IL PROTOCOLLO
Come? Attuando il cosiddetto «protocollo Cazzaniga», racconta un infermiere che ha deposto come teste nel processo. «Cazzaniga tendeva a usare il valium e il midazolam per aiutare le persone anche dal punto di vista respiratorio.
Il Messaggero