Avrebbe tentato di adescare un minorenne originario del Gambia, ospite di un centro di accoglienza, promettendogli denaro e anche un posto di lavoro in cambio di rapporti...
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Marito e moglie travolti in auto da un torrente in piena nel Pisano: lui si salva, lei è dispersa
Il giovane africano viveva al centro di accoglienza di contrada Bosco, nella periferia nord di Marsala. Agli investigatori disse di essere stato fermato dal sacerdote mentre camminava lungo la statale 115 nel tratto tra Marsala e Trapani. Con la scusa di un passaggio, il prete lo avrebbe fatto salire in auto e poi l'avrebbe palpeggiato. La vittima, però, si è ribellata ed è scesa dalla macchina. Al rientro nella struttura dove era ospitato ha riferito quanto gli era accaduto alla responsabile del centro di accoglienza. Oltre alla pena della reclusione il prete è stato condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il tribunale ha, poi, subordinato la sospensione condizionale della pena detentiva al pagamento di un risarcimento danni di 5 mila euro in favore della giovane vittima, che si è costituita parte civile.
Per padre Niccolà Genna, il pubblico ministero Niccolò Volpe aveva chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi di carcere. «Faremo appello», si sono limitati a dichiarare i due difensori del sacerdote. Per l'anziano sacerdote di Marsala non si tratta del primo guaio giudiziario. Nell'estate del 2016, infatti, fu indagato dalla Procura di Palermo per «detenzione di materiale pedopornografico». Nell'ambito dell'inchiesta furono disposte delle perquisizioni in canonica e altri locali della chiesa dell'Addolorata. La vicenda nacque dalla denuncia di un uomo che avrebbe visto padre Genna «estrarre dalla sua cassetta di sicurezza delle foto che ritraevano dei giovani nordafricani». In quell'occasione, il prete presentò le sue dimissioni al vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero. Per questo procedimento, la Procura di Palermo, competente per materia, ha chiesto l'archiviazione. Si attende adesso la decisione del Gip. euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero