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Continua l’iniziativa letteraria dedicata alla memoria di Emanuele Morganti e Willy Monteiro Duarte. Dallo scorso 20 gennaio siamo entrati nella terza fase e le modalità per partecipare, riportate a fianco, e inviare i vostri componimenti, sono le consuete. Oggi pubblichiamo altri tre elaborati della terza fase arrivati in redazione.
Generazione Z? Sì, ma non siamo ultimi
di Demetra Luziotti,14 anni
Generazione Z: è questo il nome che ci è stato dato. Siamo stati marchiati con l’ultima lettera dell’alfabeto e abbiamo trovato il nostro destino intriso di fallimento già scritto, senza aver avuto il tempo necessario per misurarci con molte prove della vita. Ragazzi confusi, ignoranti, con attitudini alla violenza e all’autolesionismo, che si estraniano dal mondo reale per attaccarsi morbosamente a quello virtuale: queste sono le generalità con cui siamo definiti. Social media, apparenze, piramidi sociali: ecco ciò che si crede sia importante per me e per ogni ragazzi appartenente alla Generazione Z. Nella Z, però, noi non vediamo l’ultima lettera dell’alfabeto, una zona degradante di stallo, vediamo ciò che caratterizza: una prova da superare. Stiamo scegliendo i nostri ideali in accozzaglie di ipocrisia; ci stiamo ispirando ad idoli che valutiamo accuratamente tra tutti i fuorvianti personaggi propinatici da una società ormai corrotta dalla ricerca del potere; stiamo creando rapporti umani, nonostante ci venga insegnato solo l’individualismo; stiamo lottando per andare a scuola, benché questa occupi sempre l’ultimo posto nel momento in cui si vagliano le priorità; per ultimo, stiamo crescendo durante una pandemia, prendendoci responsabilità, oneri e obblighi, dimenticandoci di passioni, uscite tra amici, dello sport. Io sono orgogliosa di appartenere alla generazione denominata con l’ultima lettera dell’alfabeto, una generazione che per difendere chi siamo e i propri valori è pronta ad arrivare fino in fondo alla lettera Z, come Emanuele Morganti, a sacrificarsi per proteggere la propria fidanzata, e come Willy Monteiro, a morire per salvare un amico.
Le piccole gentilezze fanno la differenza
di Paolo Genovese, 15 anni
Ci sono molte cose importanti nella vita, non tutte però combaciano con le idee degli altri, per questo ci distinguiamo tra di noi: c’è chi da più importanza a qualcosa di cui a una qualsiasi altra persona può importare ben poco. Per esempio per me le cose più importanti sono parecchie, è difficile anche fare una classifica, quindi mi limiterò a raccontarle.
Quando scrivo mi sento più leggero
di Valerio Capobianco, 16 anni
Martedì 15 dicembre ore 5:21. Ciao mondo, forse ho capito il motivo per il quale la notte non dormo. Alla fine di ogni giorno, mi fermo sempre a pensare. Penso alle azioni che vorrei ripercorrere, per cambiare tutto ciò che vorrei fosse diverso, per mille motivi. Perché a volte, in alcune situazioni, tendo a usare uno scudo che copra la mia personalità. Perché io ho paura sempre del giudizio degli altri e mi adeguo al pensiero della persona con cui ho a che fare. Lo so, è strano leggere queste frasi, soprattutto se le scrivo alle 5 del mattino. Tralasciando le paranoie che mi tormentano ogni notte, vorrei ritornare alla mia logorrea, che però, quando sto con gli altri, si trasforma in silenzio. Il giudizio altrui mi spaventa: è un tema che mi riguarda davvero tanto e sono contento ora di parlarne. Mi sono accorto che questo non fa star bene né chi mi circonda né me stesso. Penso che dovrei mostrarmi a tutti (amici, ragazze, genitori) per quello che sono io veramente. Starei meglio. Non avrei più quei rimorsi che compromettono il mio sonno, affollano la mia mente e diventa sempre più difficile liberarmene. Per noi giovani è importante il “sentimento”, così difficile da dimostrare alle persone. Anche piuttosto rischioso. Lo definisco come un calcio di rigore decisivo. Se segni fai centro, altrimenti, se il portiere para, hai perso. E’ la metafora della decisione. Dobbiamo imparare a esprimere i nostri sentimenti. Non dobbiamo avere paura. Io invece sono un fifone o forse sono troppo paranoico. Però capisco anche che, se riuscirò a esternare ciò che sento, non avrò più rimpianti! Questa notte chiudo così, perché sono le 6 e 20. Tra 2 ore e 40 minuti ho lezione. Sarà la prima e ultima volta che parlerò con me stesso qui o, chi lo sa, magari diventerà un’abitudine quotidiana. Spero di non essermi sbagliato perché ora che ho finito di scrivere, mi sento un po’ più leggero: sono riuscito ad espormi! Buonanotte, paranoico.
Che cosa è importante per me
Ecco le regole per partecipare
Il testo dovrà essere inviato in formato digitale (file Word o Pdf) all’indirizzo email concorso-letterario@ilmessaggero.it. È necessario allegare anche il modulo di partecipazione scaricabile sul sito www.ilmessaggero.it/- concorso-letterario. Gli elaborati dovranno essere inviati entro il giorno 20 del mese e la proclamazione dei tre vincitori (che riceveranno ognuno un tablet con l’edizione digitale del Messaggero) sarà comunicata sull’edizione cartacea e online del giornale. Anche i premi saranno inviati entro la fine di ogni mese. Gli elaborati saranno pubblicati in tutto o in parte sul giornale e sul sito.
CONCORSO-LETTERARIO@ILMESSAGGERO.IT
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