Premio Angi 2020: tributi alla mascherina trasparente e alle piattaforme digitali nella lotta al Covid

Premio Angi 2020: tributi alla mascherina trasparente e alle piattaforme digitali nella lotta al Covid
Giovani imprenditori e innovatori del Made in Italy impegnati con servizi utili alla tutela della salute pubblica nella lotta al Covid: questo il profilo di alcuni dei...

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Giovani imprenditori e innovatori del Made in Italy impegnati con servizi utili alla tutela della salute pubblica nella lotta al Covid: questo il profilo di alcuni dei vincitori della terza edizione del premio Angi 2020, promosso dall'Associazione nazionale giovani innovatori.

La consegna dei riconoscimenti si è tenuta lo corso 4 dicembre in versione online sul sito dell'ANSA. Tra gli ospiti di quest'anno l'attrice Elena Sofia Ricci, premiata per aver interpretato nel recente film di Rai Fiction la scienziata Rita Levi Montalcini, Massimo Ghini, Lorella Cuccarini.

Protagoniste sono ventidue realtà tra start-up, università, spin-off, associazioni, suddivise in 11 categorie professionali che nel corso dell'anno si sono distinte per impegno e ingegno nei campi della tecnologia e del digitale. Le categorie spaziano dalla scienza alla salute, dalla cultura al turismo, passando per mobilità, energia, ambiente comunicazione ed economia. 

 

Tra i premiati, l'imprenditrice di Pescara Cinzia Di Zio, con la sua Techno Mask, una mascherina trasparente che migliora la comunicazione delle persone che hanno necessità di vedere il labiale. È stata premiata anche la realtà fiorentina Vits, Virtual Training Support, per i suoi strumenti di simulazione per la formazione. Un'altra azienda toscana, invece, si è distinta nell'ambito delle certificazioni delle professioni sanitarie, Sa Certification, ente di certificazione accreditato. Nella schiera dei premiati, non solo persone che si sono contraddistinte nella lotta al Covid.

Un riconoscimento alla ricerca scientifica va a Vito Fiore, dirigente medico Clinica Malattie Infettive di Sassari, e Nicholas Geremia, di Pordenone, specializzando in malattie infettive, protagonisti per l'attuazione del programma di screening dell'Epatite C con test salivari in un luogo sensibile come il carcere. «Il programma premiato è frutto della progettualità di Simspe, Società italiana di medicina e sanità penitenziaria. Carcere è territorio, luogo di riscatto per molti, luogo di prevenzione e di salute - ha concluso Sergio Babudieri, Direttore Scientifico Simspe - I test abbinati per Epatite C e Covid-19 ci permettono una straordinaria occasione per far emergere il» sommerso «anche dell'epatite».

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Il Messaggero