Stava percorrendo una piccola strada di campagna guidando l'autobotte per spegnere un incendio in una frazione di Messina ma il terreno ha ceduto e Paolo Todaro è...
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Il povero Paolo era ancora idoneo a due mesi dalla pensione». 'Paolo - prosegue - era un lavoratore instancabile e pur dovendo andare in pensione a settembre, voleva lavorare sempre sul campo e non in un ufficio. La politica dovrebbe interrogarsi anche sulla demonizzazione che spesso è stata fatta sui forestali e sul loro lavoro. Molti politici hanno fatto campagne elettorali e hanno convinto l'opinione pubblica che il nostro lavoro non è indispensabile e che noi eravamo parassiti. In verità il nostro lavoro è fondamentale per l'ecosistema e per salvare molte vite umane. Sarebbe opportuno si rivedessero questi giudizi e la politica dovrebbe intervenire per stabilizzare tanti lavoratori come Paolo«.
L' assessore regionale al Territorio e Ambiente Toto Cordaro in una nota esprime »profondo cordoglio per la morte dell'operaio e la vicinanza personale ed istituzionale alla famiglia di tutto il governo regionale«. Sulla vicenda interviene anche la segretaria generale della Fai Cisl di Messina, Sabina Barresi. »Non si può morire a 67 anni, da precario ed a pochi mesi dalla pensione, durante l'espletamento di un lavoro impegnativo e logorante come quello dell'antincendio forestale.« Il segretario generale della Uil Sicilia, Nino Marino, dice: »Si ricordino tutti il nome di Paolo Todaro e quello degli altri forestali vittime del dovere, quando tornerà il momento di respingere attacchi ingenerosi e diffamatori ai danni della categoria. E quando finalmente verrà il momento di dare risposte alle giuste richieste di riforma regionale del settore«. »Continuiamo a sollecitare - aggiunge - un percorso normativo fondato sulla stabilizzazione e valorizzazione professionale dei forestali, che preveda pure l'immissione di nuove forze perché le carenze di organico - almeno 300 in meno gli operai nella sola provincia di Messina - e l'età media del comparto tornino a essere compatibili con le pesanti esigenze di questo lavoro, affrontato peraltro in strade interne di cui abbiamo più volte denunciato la pericolosità«.
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Il Messaggero