Pranzo e cenone di Natale, ecco le regole anti-Covid: brindisi vietati e no a vassoi comuni

Pranzo e cenone di Natale, ecco le regole anti-Covid: brindisi vietati e no a vassoi comuni
Brindisi, scambi di regali, le lasagne che escono dal forno, il parente che arriva da lontano. Le feste di Natale, se si abbassa la guardia, sono un insidioso veicolo di contagio...

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Brindisi, scambi di regali, le lasagne che escono dal forno, il parente che arriva da lontano. Le feste di Natale, se si abbassa la guardia, sono un insidioso veicolo di contagio da Covid. «Ora che l’imminente disponibilità del vaccino ha acceso la luce sul futuro prossimo, deve prevalere la consapevolezza che bisogna arrivare alla profilassi con il vaccino limitando i danni. Mi sembra che le persone lo abbiano capito e adottino comportamenti adeguati, spero si evitino assembramenti», afferma Massimo Clementi, docente di virologia e microbiologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele.


ANTICORPI MONOCLONALI
Di fronte alla prospettiva di eccessi nelle festività c’è chi paventa il rischio di una terza ondata, ma per il professor Clementi sarebbe meglio per ora continuare a lavorare su ciò che resta della seconda, che sta scendendo molto lentamente. «È necessario mantenere misure di contenimento efficaci e al contempo equilibrate per rilanciare l’economia, cercando di arrivare così al vaccino che ci libererà dall’epidemia». Importante, in prospettiva, è la disponibilità «al più presto degli anticorpi monoclonali: perché ancora non li abbiamo? Negli Usa li stanno usando già da tre settimane e ci serviranno come ponte verso la vaccinazione».

È un’arma con duplice valenza di farmaco e di presidio per la profilassi: «Stiamo registrando alcuni problemi con reazioni allergiche dalle prime iniezioni in Gran Bretagna e quindi chi non può farla ma è a rischio per Covid può essere protetto in via profilattica con questo tipo di anticorpi». In Italia il vaccino arriverà a fine gennaio, quindi tocca rassegnarsi a un Natale ben poco espansivo. Ecco le regole del professor Clementi per feste sicure. In quanti bisogna essere a tavola? «Prima di quanti, chi sono gli ospiti. Se conviventi va bene una certa flessibilità, in caso contrario minimo un metro e mezzo di distanza. Fondamentale è arieggiare gli ambienti, aprendo le finestre ogni mezz’ora». Per piatti, posate e bicchieri nessuna promiscuità, no ai vassoi di portata comuni, meglio porzioni singole e non piluccare dai vicini di posto. La cucina è territorio riservato a chi prepara, i cibi cotti uccidono il virus ma attenzione alle possibili contaminazioni successive nei piatti di portata. Allo scambio dei regali contenere le effusioni, «l’ideale è posizionare i pacchetti su un tavolo e ciascuno a turno si avvicina».

Cautela con i bambini piccoli, che sono veicolo del virus, evitare i canti natalizi - «l’emissione ha una distanza maggiore rispetto alla respirazione normale» - infine «asciugamani dedicati, mascherine usa e getta e disinfettante per gli ospiti».

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Il Messaggero