Nell'ufficio postale c'era solo lei, da una ventina d'anni. L'unica dipendente delle Poste in un piccolo paese ligure nell'alta Val Scrivia, a Vobbia (Genova),...
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L'indagine è scattata tra fine 2018 e inizio 2019 dopo le denunce di alcuni clienti che hanno notato ammanchi nei propri conti deposito alle Poste. Dagli accertamenti, portati avanti dai carabinieri insieme al personale antifrode di Poste Italiane, è emerso che la funzionaria, responsabile dell'ufficio postale e unica dipendente dello sportello, proprio grazie alla possibilità di operare in totale autonomia avrebbe truffato in modo seriale dal 2000 al novembre del 2018 almeno 19 clienti per un valore appunto di almeno 440 mila euro, anche se a causa della prescrizione decennale solo 220 mila contestabili.
La donna creava dei falsi libretti di deposito cartacei, usando libretti in bianco originali che compilava con una stampante. Li consegnava quindi alle proprie vittime, aprendo in contemporanea veri libretti di deposito dematerializzati (online) da svuotare. Per anni le varie somme versate e le operazioni effettuate dagli ignari clienti sono state di volta in volta annotate dalla funzionaria su ciascun libretto (falso), in modo da fornire un'apparenza di normalità e di disponibilità del denaro. I soldi venivano invece sottratti dirottandoli su altri libretti, svuotati con prelievi diretti in nome e per conto della vittima di turno, con l'apertura di ulteriori libretti di risparmio dove faceva transitare le somme sottratte, o anche con vaglia postali a beneficio di altri soggetti estranei ai fatti, in un caso addirittura a favore di un morto.
La donna sconsigliava ovviamente i clienti di fare operazioni quando lei non c'era, e proprio durante un periodo di ferie uno dei truffati avrebbe scoperto un ammanco rivolgendosi al sostituto. Altre denunce sono arrivate dagli eredi di anziani con libretto postale aperto all'ufficio di Vobbia, che al momento di ritirare somme attese nell'ordine dei 50mila euro hanno trovato solo pochi centesimi. Licenziata già a novembre da Poste, è stata arrestata ad Aosta, dove si era recata dal figlio. Parte dei soldi sottratti sarebbero stati spesi nei casinò di Valle d'Aosta e Francia. In almeno due occasioni, è emerso nelle indagini, la funzionaria si è assentata dal lavoro per andare al casinò. Oltre ai domiciliari il gip ha autorizzato il sequestro preventivo di due appartamenti e dei soldi sui conti a lei intestati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero