Vedere alle 6 del mattino la campata da 100 metri del nuovo ponte di Genova che, piantata contro il cielo che si fa rosa, scavalca il torrente Polcevera e si tende verso le pile...
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Maltempo, riaperto il viadotto dell'A6 a Savona chiuso per frana. Neve sulle Dolomiti
Qui, alle 22, sulle piattaforme artificiali create nell'alveo del torrente, è stata agganciata alle ancore degli strand jack e ha cominciato lentamente a salire a 5 km all'ora. Ha raggiunto l'apice delle pile 9 e 10 alle 6 del mattino quando l'alba ha tinto tutto di rosa. Quella trave piantata lassù fa doppiamente impressione: perché portarla in sicurezza a 40 metri d'altezza non solo è stata un'operazione difficile ma è stata un'operazione simbolica: sostituisce quella che, crollando nel torrente durante una terribile giornata di pioggia e di fulmini, ha ucciso 43 persone. «Lo dovevamo alla città, alle persone che non ci sono più e ai loro familiari - dicono gli operai guardando quel lungo moncone che si protende verso la ferrovia -.
Un grazie che arriva anche dall'ad di Fincantieri Giuseppe Bono. Certo, il ponte non è finito: tra una decina di giorni, operai e tecnici dovranno compiere un altro sforzo eccezionale per tirar su una campata simile a questa, altri 100 metri e altre migliaia di tonnellate d'acciaio, per far 'scavalcarè al viadotto la ferrovia. Una sfida, l'ennesima. Ma nel frattempo si lavora per completare questa struttura con tutto quello che serve: dall'impianto elettrico a quello di smaltimento delle acque e dell'umidità. Quella trave appesa nel vuoto, dentro la cui 'pancià ancora lavorano gli operai, ha restituito la sua skyline alla Valpolcevera. E ha affascinato tutti: tant'è vero che un manipolo di persone, nonostante l'ordinanza che vieta gli assembramenti, si è radunato sulla sponda del torrente. Nulla, nemmeno la paura di violare le ordinanze stringenti per il Coronavirus, li avrebbe trattenuti dal guardarsi, dal vivo, un pezzo di ponte che è, per la città di Genova e non solo, monumento al ricordo, esempio di volontà e, contemporaneamente, un simbolo di futuro.
Il Messaggero