Pompei, rubato "chiusino" in marmo dalla Domus di Sirico. «Furto strano, difficile da rimuovere»

Neanche lo spettro della maledizione di Pompei frena i ladri. A meno che, tra qualche mese, non faranno recapitare il reperto rubato dentro un pacco postale direttamente agli...

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Neanche lo spettro della maledizione di Pompei frena i ladri. A meno che, tra qualche mese, non faranno recapitare il reperto rubato dentro un pacco postale direttamente agli uffici del parco, come è successo diverse volte nell'ultimo anno. La scommessa è aperta, perché dagli scavi della città vesuviana è sparito un chiusino in marmo bianco di forma circolare (venti centimetri di diametro) che si trovava all'interno della famosa Casa di Sirico nella Regio VII, inserita nel percorso di visita regolare anche se in questi giorni in parte interessata da un cantiere di manutenzione ordinaria. Si tratta della "bocca" della cisterna di un ambiente della ricca Domus di Vedius Siricus, un facoltoso commerciante e politico della Pompei romana degli anni dell'eruzione del 79 dopo Cristo. Uomo che riceveva nella sua lussuosa dimora amici e sostenitori accogliendoli con la beneaugurante iscrizione «Salve lucru» (Benvenuto guadagno!) che si poteva leggere sul pavimento dell'ingresso.

 

 

La speranza, in queste ore, è riposta nelle telecamere: «La Direzione del Parco ha provveduto a denunciare immediatamente il furto alle forze dell’ordine - dichiara il Direttore Gabriel Zuchtriegel - Sono tuttora in corso verifiche, attraverso l’impianto di videosorveglianza interno per ricostruire l’accaduto, che auspichiamo forniscano elementi per il recupero del reperto». Un reperto, in teoria, facile da rubare quanto a peso e grandezza, ma nella pratica difficile da manomettere e trasportare via perché fortemente ancorato alle strutture. Quando è successo? Il furto è stato riscontrato lunedì mattina (anche se la notizia è stata resa nota due giorni dopo). L'ipotesi è che sia stato trafugato dopo il 30 settembre (prima di quella data il reperto era stato riscontrato al suo posto).

Sono stati i custodi, nel giro di ricognizione periodica ad accorgersi dell'assenza del marmo circolare. A destare dubbi e perplessità, la facilità con cui il chiusino è stato asportato, visto che al rivestimento marmoreo della bocca di cisterna erano state messe in opera delle staffe metalliche al fine di garantire un appoggio e ancoraggio migliore. Perché questo furto? A chi poteva interessare? Il reperto marmoreo è, infatti, privo di fregi a rilievo o decorazioni particolari che lo caratterizzassero. Però è sempre un "souvenir" di Pompei. E tra feticisti dell'ultimo archeo-ricordo, vandali, mercanti antiquari senza scrupoli, il saccheggio è dietro l'angolo. Come rende noto il Parco, nella casa del Sirico, regolarmente aperta al pubblico, sono in corso interventi di manutenzione ordinaria a cura dei restauratori del Parco. Si tratta di una dimora molto grande perché frutto dell'aggregazione, avvenuta nel I secolo a.C., di due case, l'una con ingresso da via Stabiana, l'altra da vicolo del Lupanare. 

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Il Messaggero