Rissa in spiaggia a Pesaro a colpi di cinghie e bastoni: blitz per vendicare gli apprezzamenti rivolti a una ragazza

Il bagnino: «Violenza improvvisata? No, si vedeva che sono abituati a picchiare»

Botte in spiaggia a Pesaro, rissa a colpi di cinghie e bastoni: blitz per vendicare gli apprezzamenti rivolti a una ragazza
Botte da orbi per una ragazza contesa. La spedizione punitiva è scattata in spiaggia e il pestaggio si è consumato davanti a decine bagnanti, prima increduli e poi...

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Botte da orbi per una ragazza contesa. La spedizione punitiva è scattata in spiaggia e il pestaggio si è consumato davanti a decine bagnanti, prima increduli e poi spaventati. Un agguato choc. Con i caschi da moto, gli aggressori hanno colpito al volto quelli che consideravano i loro rivali e con le cinture dei pantaloni li hanno frustati sulla schiena. Un putiferio durato circa cinque minuti e che si è concluso con una fuga a gambe levate degli aggressori e dei due feriti rimasti sul campo. Scappati prima dell’arrivo dei carabinieri.

LA VICENDA
Sabato pomeriggio a “Bagni Due Palme”, nella zona di Sottomonte a Pesaro, la spiaggia è gremita di bagnanti. Tre ragazzi, tra i 23 e i 24 anni, arrivano nello stabilimento con i caschi in mano e le cinture sfoderate. C’è in ballo una ragazza contesa e loro hanno un solo obiettivo: picchiare altri due coetanei, italiani di origini sudamericane. Vogliono concludere la partita iniziata la sera precedente, quando tra i due gruppi si è già consumata una colluttazione. Il desiderio di vendetta è alimentato da alcuni apprezzamenti non graditi nei confronti di un’amica che si trovava con loro. Un’offesa che non può rimanere senza conseguenze e punizioni esemplari.

L’AGGUATO
I tre si presentano in spiaggia per chiudere la partita e avere l’ultima parola. Ma non solo: nonostante le due vittime non fossero frequentatori abituali di quel tratto di spiaggia, ma nell’occasione ospiti di una compagnia di amici, gli aggressori sono andati a colpo sicuro: sapevano perfettamente dove trovarli. Questo perché i loro movimenti erano stati monitorati. Così, quando la loro presenta a Sottomonte è stata certa, è scattata l’aggressione. Erano le 17,15 e i tre sono entrati in azione. Tutto si è consumato in pochi istanti: sono arrivati e hanno iniziato a picchiare con caschi e con le cinture dei pantaloni avvolte tra le mani, lasciando la fibbia in metallo sul pugno in modo da fare più male. Botte, urla e paura tra i bagnanti impauriti. 

Il primo a intervenire e a precipitarsi per cercare di arginare la situazione e interrompere la rissa è stato Riccardo Pascucci, titolare dello stabilimento. «Ero a riva, mi hanno avvertito e sono corso. Non è stato facile dividere le 5 persone, ho avuto il mio bel da fare: poi tutti sono scappati». Alcuni dei bagnini dello stesso stabilimento e altri che si trovano nei paraggi hanno aiutato Pascucci a sedare la rissa. Quello che è evidente è che i tre non erano violenti improvvisati. «Mi pareva gente abituata a picchiare, sapevano cosa fare. E come farlo: avevano le cinture con le fibbie metalliche in evidenza», ha detto Pascucci. Alla fine il gruppo, picchiati e picchiatori, si è allontanato prima dell’arrivo dei carabinieri. 

LE INDAGINI
Qualcuno dei ragazzi sanguinava dai denti, altri avevano ferite dietro la schiena e segni dei colpi delle fibbie.Le due vittime pestate a sangue si sono presentate in ospedale, dove sono stati refertati per le lesioni e i colpi subiti: la prognosi è di circa dieci giorni per ciascuno. 

Sul caso stanno indagando i carabinieri della compagnia di Pesaro, che hanno già sentito varie testimonianze e stanno stringendo il cerchio in un contesto in cui il ruolo di vittima e persecutori è confuso. 
 

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Il Messaggero